La Casina Vanvitelliana
La Casina Vanvitelliana

La Casina Vanvitelliana e l’isola che non c’è

Appena vista la locandina della mostra “Il fascino dell’arte della Casina Vanvitelliana” di cui sto per parlarvi non ho potuto fare a meno di pensare ad un brano musicale cantato da un celebre artista campano Edoardo Bennato:

Seconda stella a destra,
questo è il cammino.
E poi dritto fino al mattino.
Poi la strada la trovi da te…
Porta all’isola che non c’è.

Avete capito chiaramente di chi parlo e quei versi, la sua voce quella melodia da subito si è presa la mia immaginazione, era già successo nella mostra di Siracusa di entrare nella dimensione della mostra sulle ali di un gabbiano e ora per quest’evento “Il fascino dell’arte della Casina Vanvitelliana” firmato Santo Cicirò guida carismatica di Charm Of Art chiederò a voi amici lettori di seguirmi, ognuno si senta come Peter Pan e volando sulle ali della fantasia scendiamo a vedere questa mostra allestita in un luogo da favola.

Il lago di Fasoli si trova nel comune di Bacoli, con grande orgoglio possiamo dire che il nostro splendido paese da nord a sud ha laghi piccoli o grandi di una poesia pazzesca e questo ne è a buon diritto uno di essi. Non a caso nel ‘700 venne pensato di costruirvi un casino di caccia per la nobiltà che forse già sapevano che a distanza di secoli la loro idea sarebbe diventata un opera d’arte da lasciare ai posteri ed essere considerata una bellezza senza eguali , quindi i Borbone e successivamente Ferdinando lV per questa architetture considerata riserva di caccia e pesca ma anche residenza di rappresentanza, in questo paradiso affidarono i lavori a Luigi e Carlo Vanvitelli, ora per esprimere un emozione così grande non servono le parole, basta vedere queste immagini che meglio della storia descrivono la sua bellezza e la sua importanza. Questo luogo incantevole ospiterà questa mostra collettiva, che altro dire? Non perdetevi questa occasione davanti a voi avrete la vostra isola che non c’è, anzi di più.

Le opere esposte alla Casina Vanvitelliana sono numerose e tutte di alta qualità ma una di esse mi ha colpito maggiormente si tratta di “San Gennaro” un opera realizzata con inchiostri su carta, formato 60×80, anno di esecuzione 2024 realizzata dall’artista Antonella Maione.

Il primo impatto visivo è stato di percepire un grande equilibrio formale e cromatico, tutto ruota intorno al cuore del Santo, non c’è staticità l’opera sembra muoversi sotto la spinta di un energia spirituale straordinaria bravissima l’artista, mettiamoci nei suoi panni, chi sa che sforzo creativo avrà dovuto sostenere per la sua realizzazione, uno sforzo fatto di intensità emotiva eccezionale, l’artista avrà dovuto isolarsi, concentrarsi ed estraniarsi da tutto quello che aveva intorno, in quei momenti non poteva sentire, caldo, freddo, paura, non poteva sentire nessuna musica per fargli compagnia, in quei momenti lei era sola con la sua anima e con quella del santo, l’artista tenacemente nella testa e nelle mani aveva il suo messaggio e la sua motivazione, una potenza interiore come una fede, la fede dell’artista a realizzare opere per la gente, per fare del bene alla gente, per dimostrare che il colore insito nell’arte è una medicina senza controindicazioni, non serve una ricetta medica, basta affidarsi al talento dell’artista, scusatemi mi sono fatto prendere la mano adesso torniamo a San Gennaro. il santo è un giovane che a testa alta crede e vive per un ideale, ci vuole coraggio mica è da tutti e Antonella alla figura del Santo dei miracoli per un linguaggio di pace universale ha voluto unire idealmente simboli e preghiere di altre religioni, ogni fede si esprime con un proprio linguaggio ma la spiritualità, il legame con la natura e tutto il creato unisce i popoli senza distinzioni, San Gennaro lo sapeva e la sua testimonianza sta ad indicare la via giusta.

L’artista ha realizzato quest’opera con una cura dei particolari eccelsa, la sua mano era sicura nel tracciare linee curve armoniche, la sua mano non ha sbagliato una forma, un tratto, tutto è in un equilibrio pazzesco, la luce sul volto è di immensità, l’ombra sulla guancia sinistra è colorata di dolcezza rassicurante, scrivendo le preghiere sulla base marrone l’artista le recitava a voce e a cuore aperto, nell’opera il Santo è giovane come Antonella, parlano la stessa lingua e a chi ammirerà l’opera non sfuggirà il suono coinvolgente dell’amore.

Adesso vorrei porre una domanda all’artista, vorrei porgliene più di una ma l’artista non mi conosce, a me a volte piace giocare con l’arte e non vorrei metterla in difficoltà, ne basta una.

Antonella credo di aver detto tutto ma c’è qualcosa che mi sfugge e sai perché? Penso che ci sia qualcosa che puoi dire solo tu, nessun altro al di fuori di te, solo tu puoi dire quel qualcosa che i tuoi occhi hanno visto e il tuo cuore provato, Antonella Maione la parola: “Il messaggio di quest’opera è sicuramente un invito a mantenere accesa la propria fiamma, avere fede e speranza quando comprendiamo che la nostra vita è così fragile e che non c’è bisogno di affannarsi e di preoccuparsi per il domani. Nella nostra anima c’è Dio, siamo piccole scintille della grande luce… Una delle frasi più belle a cui penso nei momenti di sofferenza è: “Non avere paura”. Intorno all’ aureola di Gennaro ci sono i versetti del vangelo di Tommaso, Gesù disse, “Chi è vicino a me è vicino al fuoco, e chi è lontano da me è lontano dal regno.” Il nostro viaggio è cercare il Regno“.

E così amici lettori miei compagni d’avventura artistica qui a Bacoli, eccomi a dirvi che insieme a me vi siete sentiti come novelli Peter Pan, quando volete continuate a cercare quell’isola che non c’è, oggi l’abbiamo trovata in questa mostra alla Casina Vanvitelliana, domani chi sa, di sicuro seguendo il profumo dell’arte, sarà più facile trovarla.

Lascia un commento