Martina Bortolotti von Haderburg: la forza nel canto
Sempre amata ed apprezzata dal grande pubblico Martina Bortolotti von Haderburg si è raccontata alla nostra redazione.
In occasione del Candlelight a Napoli, la bellissima soprano Martina Bortolotti von Haderburg si è raccontata ai nostri microfoni. In tantissimi anni di carriera ha calcato in tutti i principali teatri del mondo, tra Europa, Russia, Cina, Corea del Sud, Uruguay, Stati Uniti, Svizzera, Egitto ed Oman. È stata anche interprete di tante opere liriche rivestendo ruoli come: Pamina, Fiordiligi, Freia, Woglinde, Gerhilde, Mimi, Violetta, Hanna Glawari, Sylva Varescu ecc. Il mese scorso è stata la star di Malta nella Cattedrale di San Giovanni a La Valletta in occasione del ventesimo anniversario de “Malte Enterprise” esibendosi con un emozionante e struggente Ave Maria dell’Otello di Giuseppe Verdi e il “Laudate Dominum” di Wolfgang Amadeus Mozart. Nel suo canto che mette in scena ha sempre i target di mai mancare di amore, volontà, perseveranza, fedeltà e umiltà.
Benvenuta sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo” al Soprano Martina Bortolotti von Haderburg. Una nuova serata a lume di candela per una miscellanea di arie famose tratte da opere napoletane con il baritono Luigi Cirillo. Ci parli un po’?
Questo impegno artistico sta avendo un grande successo e per me è sempre un piacere e una gioia cantare qui a Napoli. Canterò le mie due canzoni preferite “O paese do sole” e “I te vurria vasà”.
La tua vocalità eclettica, dall’intensa espressività e dalla tua voce inconfondibile, ti rende capace di affrontare un ampio registro artistico ma puoi dirci con quali autori e repertori vorresti ancora esibirti?
Li ho quasi affrontati tutti da Beethoven a Wolfgang Amadeus Mozart ma vorrei interpretare anche il repertorio verdiano in tutta la sua essenza. Un’opera che prediligo è la Traviata ma anche altre sue opere.
Ricordi con particolare piacere l’ esibizione che ti ha emozionata di più?
Mi sono emozionata molto tantissime volte e ricordo quando ho debuttato al Teatro La Fenice e quando ho cantato “Oman” al Royal Opera House con i grandi campioni olimpionici di danza sul ghiaccio. Recentemente anche a Malta quando ho cantato “Ave Maria” nella magnifica Cattedrale di San Giovanni, ove lo scorso anno avevo debuttato nell’opera Edith Cavell, incentrata su un’infermiera fucilata durante la prima guerra mondiale, di Paolo Vassallo al Teatro Rjal ove ho cantato nel ruolo di protagonista con l’Orchestra di Malta sotto la direzione di Dario Salvi.
Quali sono secondo te le cose importanti che fortificano le qualità interpretative e la tecnica del canto?
Quello che fortifica è l’esercizio costante, alternato da riposo, seguito da una buona alimentazione e da tranquillità psicologica. Il canto è terapeutico sempre. Per essere un cantante lirico a tutto tondo insomma ci è richiesto di avere voce innanzitutto, buona tecnica, presenza scenica, recitazione e musicalità. Poi le emozioni nel canto si trasmettono attraverso le pause che acquisiscono un significato profondo e nascosto.
Ci vuoi parlare dei tuoi prossimi progetti? Ha qualche concerto importante in vista?
La prossima settimana mi esibirò al Dine e Vine del Festival di Merano con l’Ensemble Classic Italian Swing Quartet diretto dal primo violino dell’Arena di Verona Günther Sanin e ulteriori concerti in Campania, Lombardia ed Alto Adige. Un gran gala di Bolzano per la Confartigianato Imprese e un concerto dedicato a Puccini con arie inedite al Palazzo Mercantile di Bolzano. Ritornerò a Napoli con concerto a Lume di Candela il 12 dicembre.