Valentina Corti: ho fatto un patto con me stessa!
A tu per tu con l’attrice Valentina Corti, protagonista del corto “I nostri giorni” che ci parla del suo rapporto con la felicità.
“I nostri giorni”, il cortometraggio ad opera di Jacopo Marchini, vede l’attrice Valentina Corti alle prese con un ruolo differente dai soliti, in un progetto caratterizzato da un ottimo lavoro di squadra, da buone sensazioni. Un progetto che parla di felicità, qualcosa che per Valentina ha a che fare con l’equilibrio, e che procede di pari passo con il suo lavoro…
Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Valentina Corti. L’occasione, questa volta, è legata al cortometraggio “I nostri giorni”, ad opera di Jacopo Marchini. Che esperienza ha rappresentato?
Sono stata molto contenta di lavorare con Jacopo, un regista molto sensibile, scrupoloso e allo stesso tempo esigente. Un’esperienza sorprendente, da questo punto di vista, perché essendo un cortometraggio è estremamente curato dal punto di vista tecnico e artistico. Abbiamo lavorato tanto anche prima di girare ed ho avuto il piacere di ritrovare Francesco Martino con cui avevo lavorato non molto tempo fa. Interpreto Emma, una ragazza di periferia cresciuta in una famiglia sana ma non benestante, che si è sempre tenuta fuori da ogni pericolo. Marco, il suo fidanzato ha, invece, avuto non pochi problemi in passato, ma oggi hanno una relazione che ne ha fatta di strada… Non vi dirò altro per non togliervi la giusta curiosità.
Quali considerazioni a riguardo?
In un cortometraggio non è mai facile raccontare così tanto, invece il regista è stato molto abile nel condensare in pochi frame storie e psicologia dei personaggi. Il tutto grazie anche al supporto di una troupe tecnica non da poco e con una fotografia bellissima, capace di descrivere una desolazione non tanto esteriore quanto interiore, specie in alcuni personaggi.
Questo lavoro tratta una tematica importante, il raggiungimento della felicità. Cosa rappresenta per te tale parola?
Difficile rispondere a questa domanda! In qualche modo per me la felicità ha a che fare con l’equilibrio, una sorta di allineamento, di centratura e unità con sé stessi. Quando riesci a mettere in accordo ogni lato della tua persona, diviene facile trovare la felicità. Ritengo di essere felice, ad esempio, quando sono pienamente me stessa e non percepisco il vuoto che fa crollare un po’ tutto. Intendo la felicità anche coma una sorta di serenità, senza toccare per forza chissà quale picco di gioia.
Cosa ti ha regalato fino ad ora questo viaggio nella recitazione?
È, in un certo senso, un rapporto sentimentale, qualcosa che cresce e si evolve. Mi regala di certo soddisfazioni e sfide ed è un qualcosa che ti cammina di fianco, non ti lascia mai. Una continua sfida da affrontare, dunque, incontrando spesso i propri limiti, qualcosa di molto stimolante. Potrei riassumere il tutto dicendo che comunque sta regalandomi un continuo crescere, perché è cosi che definisco il mio percorso.
Quali consigli vorresti rivolgere ai giovani affinché possano vivere in piena regola la magia di una sala cinematografica, le emozioni che regala un teatro?
Consiglio di andare al cinema, di vivere il tutto come un momento di incontro con gli amici, ad esempio. Capisco che le piattaforme regalino tanto, così come la comodità di casa, di fare ciò che si vuole, ma la magia del cinema e del teatro, è tutt’altra cosa. Non amo fare la retorica su quanto i social siano dannosi, non è da me, ma la cultura è un’altra cosa, l’intrattenimento anche. Bisogna avvicinare i giovani, stimolando le loro menti a fruire di questo tipo di prodotti e l’esempio siamo proprio noi adulti.
La nostra ultima intervista era legata a “Storia di una bella e una bestia”, quali sensazioni a riguardo e cosa ti lega alle tavole del palcoscenico?
Il progetto “Storia di una bella e una bestia” da qualche tempo è diventato un format. In pratica, portiamo alcuni spettacoli gotici, favole o classici, in dimore storiche, castelli e quanto altro. Il primo spettacolo è stato proprio questo, che continua ancora ad essere richiesto in contesti così particolari. Ultimamente siamo anche passati ad un secondo titolo, “Hyde – l’ombra di Jekyll” a cui a breve seguirà un calendario di date. Tanti altri proteggi sono attualmente in lavorazione… Ciò che più amo del teatro è poprio la possibilità di poter avvicinare un pubblico sempre diverso, contaminando più realtà possibili.
Che periodo stai vivendo?
Un periodo pieno di novità e progetti, di voglia di fare e scoprire. Sono in una fase molto positiva della vita!
Cosa manca al percorso di Valentina Corti?
Un sacco di cose! Pensarci, però, non avrebbe senso. Mancherà sempre qualcosa ma fossilizzarmi su questo avrebbe poco senso. Preferisco pensare al presente, a ciò che vivo. Le cose si evolvono da se e ti sorprendono. Non voglio stare lì a pensarci. È un patto che ho fatto con me stessa!