Giangi Foschini: dalla parte dei prodotti di qualità

Giangi Foschini: dalla parte dei prodotti di qualità

Dalle parole degli attori e dei registi, protagonisti davanti alla macchina da presa: intervista al produttore Giangi Foschini.

Un produttore d’altri tempi Giangi Foschini, vuoi per il vero amore che nutre per le storie che hanno un reale riscontro sul pubblico, vuoi per la veridicità dei progetti che sceglie di seguire, sempre avvincenti, adeguati ai tempi che viviamo. Il nostro incontro è legato a “The Garbage Man”, ad opera di Alfonso Bergamo, un progetto che ha scelto di seguire per pura passione…

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Giangi Foschini. Dallo scorso novembre “The Garbage Man”, il film ad opera del regista Alfonso Bergamo, è nelle sale. A cosa devi la scelta di produrre questo film?
Mi ha incuriosito il modo in cui era stato scritto, l’innovazione presente nella storia, motivo per cui ho voluto leggere la sceneggiatura. Un lavoro che prende ispirazione da una tragedia più che reale, motivo per cui non ho potuto che impegnarmi nella produzione.

Quali qualità hai riscontrato non solo nel progetto ma anche in chi vi ha preso parte, da Paolo Briguglia a Roberta Giarrusso, senza dimenticare gli altri componenti del cast?
Di bello c’è stato il fatto che ogni persona presente nel cast ha messo il cuore in ogni cosa da realizzare, con una grande capacità di ascoltare, di scambiarsi delle idee. Non da meno Alfonso che con la sua egregia capacità di donare il giusto spazio e attenzione a tutti ha fatto sì che ogni attore fosse seguito alla perfezione. Nel caso di Paolo Briguglia, ad esempio, è stato necessario stargli il più possibile accanto vista l’espressività che avrebbe dovuto rappresentare, il suo dover ‘parlare’ senza proferire parola alcuna. Qualcosa di molto interessante e bello, così come i tanti attori emergenti o poco conosciuti presenti.

Oggi sei un produttore ma un tempo sei stato anche davanti la camera da presa. Cosa sta regalandoti questo ‘attuale’ percorso?
Attore da giovane, qualcosa che mi divertiva, ma ora sono soprattutto un produttore, seppure abbia fatto una piccola parte in questo film. Mi cimento con il meteo, senza parlare, cosa che ha meravigliato i tanti presenti in sala alla prima di “The Garbage Man”. Ciò che mi auguro, ad ogni modo, è che chi guarda un film del tutto indipendente possa emozionarsi, provare qualcosa di forte dopo la visione. Niente di più bello!

Quanta difficoltà c’è nel vagliare cosa produrre prima di potersi realmente impegnare in un progetto?
C’è molta difficoltà, specie in un momento in cui le leggi sono cambiate e ci sono sempre più complicazioni nel decidere cosa produrre, come distribuire il tutto. Si cercano prodotti che abbiano più commercialità con attori e attrici che portano persone in sala perché sono i più bravi. Un grosso ostacolo che limita le nuove leve, che si tratti di attori o registi, perché se non c’è l’attore x o l’attrice x non si trova distribuzione. Per tale motivo sto impegnandomi per distribuire il film con la mia società pugliese, la Brandos Film, in modo da poter raccontare, lanciando un messaggio, quanto sia importante produrre, far conoscere progetti nuovi, interessanti, e continuerò, insieme al mio entourage, finché avremo le forze per farlo.

A tuo avviso c’è qualità nei progetti di oggi?
Purtroppo la qualità è calata tanto, specie nei prodotti italiani. Si va in una direzione voluta senza riuscire a far vedere reali prodotti di qualità come il nostro “The Garbage Man” o storie nuove come è capitato, per fortuna, con “Il Ragazzo dai pantaloni rosa”, una storia in cui si credeva poco. Bisogna regalare al pubblico altro affinché si possa svecchiare il tutto, altrimenti resteremo sempre indietro.

Quanto è cambiato, a tuo avviso, il modo di fare cinema e televisione?
Si vedono le solite serie, soap opera, cose scontate. C’è davvero poco di nuovo. Avrei delle proposte che potrebbero arrivare a tutti ma questo talento viene fermato perché non ci sono i mezzi, non c’è la possibilità di poter produrre. Con Riccardo Di Pasquale della Fenix ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo affrontato questa sfida raccogliendo, specie alla prima di Roma, tutti i consensi del caso, puntando sempre alla qualità.

Tutto parte dalla storia…
Esattamente! Parte tutto da lì per poi abbinare un buon regista, attori giusti per il ruolo, musica e scenografia di altissimo livello, cosa che è parte di “The Garbage Man”, ad esempio.

In ultima battuta, cosa puoi anticiparci sui prossimi progetti di Giangi Foschini?
Con la mia società abbiamo acquistato una sceneggiatura di un ragazzo pugliese. Una storia legata ad un contadino che fa di tutto per restare al passo con il biologico, provando a risolvere problemi di siccità e quanto altro. Una riflessione per tutti gli spettatori, una storia che mi ha presentato Andrea Simonetti e che ho subito preso a cuore.

Lascia un commento