Incontro in un ricordo con… Peppe Barra
Per la rubrica “Incontro in un ricordo” di Augusto De Luca, oggi parliamo di Peppe Barra e della sua carismatica presenza scenica.
Peppe Barra è una figura di spicco della musica popolare e del teatro napoletano, celebrato per la sua capacità di fondere i suoni tradizionali italiani con le influenze mediterranee contemporanee. Nato in una famiglia profondamente radicata nelle arti dello spettacolo, il percorso artistico di Barra è stato significativamente plasmato dalla sua eredità familiare e dalla ricchezza culturale di Napoli.
Le sue opere riflettono non solo l’impegno a preservare la musica tradizionale, ma anche uno spirito innovativo che cerca di reinterpretare queste tradizioni per il pubblico moderno. Questo duplice focus gli consente di mantenere l’autenticità attirando allo stesso tempo ascoltatori diversi. Oltre ai suoi lavori musicali, le performance teatrali di Peppe Barra hanno ottenuto notevoli consensi. È noto per il suo ruolo nella popolare opera napoletana “La Gatta Cenerentola”, che mette in mostra il suo profondo legame con le tradizioni narrative locali. La sua capacità di affascinare il pubblico attraverso l’improvvisazione e la presenza scenica carismatica ha consolidato il suo status di uno degli artisti italiani più influenti negli ultimi due decenni. Peppe Barra si pone quindi come un artista poliedrico che incarna il vibrante arazzo culturale di Napoli attraverso la musica, e il teatro.
Quella mattina insieme a mia figlia Giulia, che con la sua fotocamera doveva documentare il mio lavoro, ci recammo da Peppe Barra. Già ero stato nella sua casa quando alla fine degli anni ’80 avevo ritratto la mamma Concetta Barra. All’ultimo piano di un antico palazzo, con uno splendido terrazzo che affaccia sui tetti di Napoli, piena di oggetti antichi ed una collezione stupenda di Madonne sotto campane di vetro, è un’abitazione in cui si respira l’antica tradizione napoletana. Peppe, straordinario interprete della nostra cultura, attore e cantante, ci accolse con quel calore e quella giovialità che da sempre gli appartengono.
Realizzai molti scatti sfruttando proprio tutto quello che avevo intorno. Qui pubblico solo uno dei tanti ritratti eseguiti. Lo realizzai al secondo piano della sua abitazione, dove sulla parete è dipinto un trompe l’oeil con una maschera di Pulcinella. Misi la fotocamera su di un cavalletto in modo da avere uno sfondo fisso e chiesi a Peppe di caratterizzare i diversi scatti con un’espressione sempre diversa, replicando i vari stati d’animo di un Pulcinella in carne ed ossa, una maschera che nessuno meglio di lui poteva interpretare. Quella fu una giornata davvero intensa per me e per mia figlia. Io rimasi più che soddisfatto del lavoro eseguito e lei, che da molto tempo desiderava conoscere il grande ed inimitabile artista partenopeo, finalmente fu accontentata.