Siamo in compagnia di Aurora Cantone, fantasiosa e brava Cosplayer alla quale abbiamo rivolto alcune domande che possono aiutarci a meglio scoprire questa passione.
Benvenuta Aurora Cantone su La Gazzetta dello Spettacolo. Precisamente in cosa consiste l’essere una cosplayer?
Grazie mille per l’accoglienza! Essere cosplayer credo significhi semplicemente divertirsi, dare libero sfogo alla fantasia tramite la costruzione di armi, accessori e strumenti; cucire vestiti, realizzare trucchi… credo che il cosplay sia una vera e propria arte che meriterebbe di essere apprezzata da molte più persone, anche perché è grazie a cosplayer nostalgici che molto spesso riusciamo a riportare alla mente personaggi della nostra infanzia.
Come nasce questa tua passione?
Nasce nel 2015 quando mi recai per la prima volta al Comicon di Napoli assieme ai miei genitori. Ricordo avessi indosso una maglietta dei My Little Pony, un capello dei Pokémon e una collana a tema Disney, giusto per entrare in pieno spirito. Mi avevano detto fosse bello ma non avevo idea di chi fossero i cosplayer, non avevo idea di cosa facessero e cosa rappresentasse il loro mondo, so solo che quando mi sono ritrovata lì, ho capito di voler essere come loro… ci vuole tempo, ma credo di starci arrivando.
Come nascono le scelte dei tuoi personaggi?
Credo che la scelta dei personaggi sia molto soggettiva, io personalmente rappresento solo quelli provenienti da opere che ho visto/titoli che ho giocato, ma a molti piace anche solo basarsi sull’aspetto o sul carattere (cosa che tra l’altro ritengo estremamente importante: rappresentare un personaggio vuol dire che in quel momento tu sei lui, di conseguenza devi comportarti esattamente come lui farebbe! Il cosplay dà anche la possibilità di allenare la propria espressività e lasciar perdere la timidezza, o almeno nel mio caso è stato così).
Un prossimo personaggio che ti piacerebbe poter realizzare?
Sicuramente il cosplay dei miei sogni è Camille dal gioco per pc League of Legends, ma almeno per il momento la vedo difficile anche solo considerando che le sue gambe siano totalmente robotiche, e che al posto dei piedi abbia delle lame… per un bel set fotografico e per degli accessori come si deve, ci vorranno tanto tempo e dedizione, ed io ho ancora tanto da imparare quindi mi riservo questo desiderio per quando avrò accumulato abbastanza esperienze.
Il Comicon lo scorso anno non ha avuto luogo a causa dell’emergenza sanitaria. Prova a lanciare una proposta per ovviare alla sua, eventuale, seconda assenza.
Io sono la prima che ci ha sofferto davvero tanto per l’assenza delle fiere, ma purtroppo, soprattutto adesso, non credo ci siano regole anti-covid che tengano per luoghi di ritrovo atti ad ospitare eventi come le fiere del fumetto… queste fiere sono fatte per essere gli assembramenti per eccellenza, posti dove hai paura che lo strascico del costume venga calpestato da quelli dietro di te, dove parti all’inseguimento disperato, facendoti spazio tra la folla, del cosplayer con cui desideri assolutamente una foto. Le fiere del fumetto sono quel posto dove vedi un cosplayer del tuo stesso personaggio e corri ad abbracciarlo facendo amicizia nemmeno tu sai come, e una fiera dove tutto questo non è possibile, non è una fiera. Credo che la cosa importante sia aspettare che questo periodo passi, sacrificando questi momenti per un tempo in cui sarà possibile farlo nella più totale sicurezza.
Un consiglio a tutte le persone che vogliono vivere l’esperienza nel diventare una/un cosplayer?
Divertitevi, divertitevi e non abbiate paura di essere voi stessi. Se avete paura, cominciate da qualcosa di semplice, guardate tutorial, chiedete consigli ai cosplayer che ammirate e mettetevi davanti lo specchio a imitare chi volete diventare… sarà bello riguardare le vostre foto dopo tanto tempo pensando “cavolo, mettevo davvero male quell’eyeliner” oppure “Oddio, ma che parrucca avevo in testa?”, ma questo vi starà dando solo la possibilità di essere consapevoli dei progressi che avete fatto, e non avrete più voglia di fermarvi.