Napoli Milionaria con gli occhi di Lasciatevi Incantare

La compagnia amatoriale Lasciatevi Incantare in una scena di "Napoli Milionaria"

Napoli Milionaria con gli occhi di Lasciatevi Incantare

La compagnia amatoriale “Lasciatevi Incantare”, porta in scena il capolavoro di De Filippo: Napoli Milionaria.

Il dramma di Eduardo De Filippo, “Napoli Milionaria”, in scena al teatro Paradiso di Napoli e l’attualità del tema dove scenari di guerra si ripropongono in paesi non distanti dal nostro, accompagnati dalla drammaticità delle situazioni delle popolazioni civili, con la compagnia di amatori “Lasciatevi Incantare”.

“Ha da passà ‘a nuttata”, la battuta finale piena di speranza che Eduardo pronuncia al calare del sipario di “Napoli milionaria”. Si racconta  che De Filippo compose la stesura del dramma in pochissimo tempo, che debuttò il 15 marzo 1945 al Teatro di San Carlo a Napoli. Cinque anni dopo fu proiettato il film. La Compagnia “Lasciatevi Incantare” ha voluto omaggiare il grande autore in occasione del quarantesimo anniversario della sua scomparsa. Domenica 15 dicembre al Teatro Paradiso di Napoli, andrà in scena il lavoro di Eduardo. Il Teatro Paradiso ha una capienza di 299 posti a sedere per gli spettatori e dispone di attrezzature di livello professionale.

Questo il Cast: Angela Salemi, Emilio D’Angelo, Giovanni Arillo, Francesco Maria De Nicola, Sergio Spena, Diamante Martone, Giancarlo Belluccio, Lea Martises, Filomena Izzo, Matteo Francesco Errigo, Alfredo Rubino, Rita Tripoli, Ciro Iannone, Aldo Vacca, Idolo Domenico, Gabriella Curzio; Video Dario Milazzo, Scene Ciro Iannone, Aiuto regista Aldo Vacca. La Compagnia “Lasciatevi Incantare” nasce nel 2000 su iniziativa della Regista ed Attrice Diamante Martone, la quale ha dichiarato in merito alla scelta di riproporre la spettacolo del celeberrimo lavoro di Eduardo De Filippo: «La rappresentazione nasce dalla percezione della attualità delle tematiche in essa illustrate, in un periodo come quello attuale in cui gli scenari di guerra si ripropongono in paesi non distanti dal nostro, accompagnati dalla drammaticità delle situazioni in cui versano le popolazioni civili».

La Compagnia amatoriale ha prodotto e rappresentato, oltre a lavori di Eduardo De Filippo, lavori di Antonio Petito, Armando Curcio, Annibale Ruccello e di tanti  altri autori del vastissimo panorama teatrale napoletano. L’attività della Compagnia si svolge con continuità da quasi 25 anni con numerosissime rappresentazioni in teatri napoletani, ma anche in altri luoghi della Campania ed altre regioni meridionali, conseguendo significativi riconoscimenti in molte rassegne dedicate al teatro amatoriale. Queste le  principali linee guida della regia :  fedele aderenza al testo, evitando pretenziose varianti di attualizzazione che avrebbero giocoforza snaturato la precisa collocazione temporale dell’opera;   cura della massima naturalezza nell’interpretazione dei vari personaggi, per rendere tangibile al pubblico le atmosfere e la mentalità dell’epoca; scelta attenta degli interpreti al fine di associare le fisicità e le tonalità vocali al disegno del personaggio creato dall’autore; accuratezza della costruzione scenografica, elemento indispensabile in un lavoro come questo, nel quale l’ambientazione è parte assolutamente integrante della recitazione.

Questa commedia mostra il coraggio e la grandezza del suo autore che sbatte in faccia a una città ferita le conseguenze morali del conflitto. Un vicolo diventa il luogo dove Eduardo combatte contro tutte le guerre, ma anche contro l’arricchimento senza pudore, l’avidità e la perdita di umanità. Napoli nel dopoguerra, ma ancor prima della cessazione del conflitto, era ridotta ad un cumulo di macerie e lacrime dove i teatri, luogo di cultura per eccellenza, erano stati requisiti. Eduardo ebbe l’intuizione di mostrare come gli eventi bellici non consentissero più un teatro principalmente umoristico come le commedie del suo periodo antecedente. Napoli infatti ha avuto fra i civili circa venticinquemila morti ed è stata fra le città maggiormente bombardate del nostro Paese. Quindi allora, nel 1945, come ai tempi attuali: “Ha da passà ‘a nuttata”, a significare che bisogna saper attendere per scoprire se le cose torneranno normali, è quanto ci auguriamo tutti noi.

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