Miriam Candurro: pronta per nuovi ruoli, senza freni

Miriam Candurro. Foto di Salvatore Catapano

Miriam Candurro: pronta per nuovi ruoli, senza freno

Cinema, teatro e televisione nel quotidiano di Miriam Candurro, che si racconta a cuore aperto sulle nostre pagine.

Dal prossimo 3 febbraio 2025 sulle piattaforme con Cassino in Ischia, e in teatro con “Streghe da marciapiede“, ritroviamo Miriam Candurro, sempre solare, sempre pronta a raccontarci quel qualcosa in più che tende a fare la differenza nel suo percorso di vita.

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Miriam Candurro. Dal 3 febbraio su Amazon Prime Video con “Cassino in Ischia”, un progetto che ti vede protagonista al fianco di Dominic Purcell. Che esperienza ha rappresentato e cosa puoi anticiparci sul progetto in sé?
È stata un’esperienza pazzesca perché si tratta del mio primo film al cinema da protagonista e per di più in lingua inglese, una cosa che mai avrei immaginato, nemmeno nei miei sogni più lontani e meravigliosi. Mi sono ritrovata catapultata nel magico mondo del cinema Hollywoodiano in una situazione di comfort, questo perché girato ad Ischia, a casa. Un ruolo, tra l’altro, che ricorda tanto la mia amatissima Lucia di “Capri”. Una Lucia, se vogliamo pensarla in questo modo, che dieci anni dopo è diventata una guida turistica, con un passato da nascondere, e un carattere spigliato e, al contempo, duro. Sull’isola, un giorno, sbarca un divo apprezzatissimo, Cassino, interpretato da Purcell, e lo affronta come fosse un turista qualsiasi…

Cosa ti ha portato di bello questo set?
Bello e liberatorio girare in una lingua differente dalla propria. Quando recitiamo solitamente tendiamo ad ascoltarci, vuoi per assonanza o meno, ma recitare in un’altra lingua ti consente di essere libero da qualsiasi preconcetto. Una catarsi, qualcosa di davvero liberatorio che non mi apparteneva e che mi consente di avvicinarmi ad una recitazione più pura. Mi ha divertito non poco la possibilità di vivere un’esperienza del genere!

I tuoi bimbi potranno, quindi, vederti in un ruolo da protagonista accanto a Purcell, dal 3 febbraio…
Esattamente! Potrò portarli con me al cinema e la soddisfazione sarà doppia perché siamo tutti fan di “Prison Break”, la serie che ha per protagonista proprio Purcell. Una concatenazione di eventi pazzesca! (Ride)

Da più di dieci anni sei parte di una delle famiglie televisive più note d’Italia, “Un Posto al Sole”, un contenitore di successo. Cosa continua a regalarti ancora oggi la soap, la tua apprezzatissima Serena Cirillo? 
Mi regala una grandissima serenità! Essere ad “Un Posto al Sole” significa vivere un set che è casa e, come dicevi, famiglia. Ci conosciamo così bene da viverci spesso anche al di fuori dal set, un modo per affrontare il proprio lavoro in maniera non ordinaria. Asserisco ciò con maggiore cognizione di causa perché in questo periodo sono impegnata anche su un altro set e capita spesso di incrociare dei colleghi, girare, per poi tornare a casa propria. Ad “Un Posto al Sole” succede la cosa inversa e questa emozione la viviamo sia noi che gli attori che arrivano in corsa. Nessuno è escluso e si lavora insieme per la bellezza del prodotto, con tutta la tranquillità possibile, esplorando la propria recitazione ai massimi, raccontando una vita, non un singolo momento storico del personaggio.

Una palestra giornaliera… 
Si, una palestra continua, con la capacità di carpire come muoverci sul set per cogliere la luce migliore senza impallare l’altro, ad esempio.

Quanto sei cambiata da quei primi passi mossi nell’ambito della recitazione e quali maggiori consapevolezze porti con te? 
Sono tutt’altra persona rispetto a ciò che ero agli inizi, se non altro perché portiamo nei nostri personaggi un bagaglio emotivo non da poco. L’essere diventata mamma, oggi, ha portato con sé delle emozioni e delle sfumature che non avevo all’inizio, con la consapevolezza di saper riconoscere i miei limiti, le comfort zone, i punti su cui lavorare di più, con una diversa tranquillità nell’affrontare dei nuovi personaggi ed un meccanismo tutto mio, differentemente da un tempo. Ora credo di essere pronta a lavorare a dei ruoli che possano essere completamente diversi da me, senza freno a mano ancorato. Un salto nel vuoto sapendo che non potrei mai farmi del male, ecco… (ride)

Nel tuo presente c’è l’avventura con “Streghe da marciapiede”, per la regia di Stefano Amatucci, al fianco di alcuni colleghi di soap. Una prima, importante, esperienza teatrale, un approccio al teatro di per sé già forte, emozionante… 
Prima di questa proposta non mi era stato possibile vivere un’esperienza del genere, vuoi per i ritmi del set, o per altro. Leggere il copione di Stefano Amatucci è stato emozionante, mi ha subito resa felice, e il fatto di affrontare un’esperienza con dei colleghi di set ha regalato quel qualcosa in più. Ci ha permesso di approfondire la nostra conoscenza, di viverci in una maniera del tutto differente, qualcosa di molto vero e forte. Siamo uniti da una sintonia recitativa non da poco, accompagnati dalla grande dedizione e amore che nutriamo per la recitazione, per questo mestiere.

Quali sensazioni state raccogliendo da parte del pubblico?
Il pubblico tende spesso a parlarci delle emozioni provate durante lo spettacolo e il complimento più grande è nel dirci che, a nostro modo, sembra che ci si muova come se fossimo un unico corpo. Pensandoci bene, è ciò che volevamo creare e lo stesso vale per il nostro partner maschile, Peppe Romano, un collante, colui che muove la trama, la ‘storia’.

Un’esperienza che Miriam Candurro ripeterebbe con piacere?
Assolutamente si!

Miriam Candurro in copertina su La Gazzetta dello Spettacolo Magazine
Miriam Candurro in copertina su La Gazzetta dello Spettacolo Magazine

Poco fa accennavi ad un nuovo set, quali anticipazioni a riguardo?
Si chiamerà “Casa di papà” e avrà per protagonista Serena Autieri. Mi vedrete in una veste completamente diversa dal solito, al seguito di Tiziana Aristarco, una persona che tende a curare molto gli attori, con dei successi televisivi importanti alle spalle. Non posso anticiparvi di più ma credo piacerà molto al pubblico di Rai 1.

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