Viola Ardone a Napoli. Foto dal Web. Tutti i diritti riservati ai leggittimi proprietari
Viola Ardone a Napoli. Foto dal Web. Tutti i diritti riservati ai leggittimi proprietari

Napoli a tu per tu: ne parliamo con Viola Ardone

Ecco come il testo di Viola Ardone racconta la città a Vista su Napoli, interpretato da Giusy Freccia per la rassegna Racconti per Ricominciare

Con il mare che fa da letto all’immagine del Vesuvio in lontananza, è facile innamorarsi di Napoli, ma ancor più affascinante è sentirla raccontare con le parole scritte da Viola Ardone nel testo “A tu per tu”, scelto per la rassegna “Racconti per Ricominciare“, interpretato dall’attrice Giusy Freccia e che in questi giorni accompagna i pomeriggi di Sorrento e di chi vuole immergersi in questa “Vista su Napoli”.

Ed è questo il pretesto per una bella chiacchierata con la scrittrice che racconta e “affronta” questa città che tanto ha fatto parlare di se, ma dalle sue parole, andiamo nelle viscere del racconto.

Benvenuta Viola Ardone su La Gazzetta dello Spettacolo. Partiamo dall’inizio e parliamo di una bambina prodigio con una biro in mano… Racconti del tuo primo romanzo alla tenera età di 7 anni. Cosa c’era nella testa e nel quotidiano della piccola Viola a quell’età che l’hanno affascinata e portata alla scrittura?
Grazie a voi! Quello che ricordo è che eravamo dei bambini con meno strumenti per giocare e quindi una biro ed un foglio ci sentivamo già “ricchi di cose” per giocare, ed è così che con la mia amichetta di banco, in terza elementare, decidemmo di scrivere un romanzo (cosa abbastanza ambiziosa, ma per noi era un gioco). Oggi magari i bambini hanno più stimoli, ma non so se è una cosa positiva per la curiosità intellettuale dei bambini. La cosa carina è che lo portammo a termine con 15 pagine di racconto… copia unica… che tengo ancora conservata.

“A tu per tu”, il testo interpretato in “Racconti per Ricominciare” a Sorrento apre la mente sulla tante facce della città di Napoli… da dove è arrivata l’ispirazione a questo confronto/dibattito? Ricordo che il testo inizia proprio con un “Dobbiamo parlare? E parliamo!”.
Il testo nasce da un’idea di Conchita Sannino e Ottavio Ragone per Repubblica Napoli, per il volume “Napoli: Una, nessuna e centomila”, che raccoglie degli interventi di scrittori su Napoli e nel rapporto con la città. Trovandomi a ragionare su questo argomento, ho convocato la città per parlarle “A tu per tu” da donna a donna. Napoli è una città che ti provoca, ti sfida, ti seduce e ti mette alla prova ogni giorno con mille trabocchetti. Ho voluto evitare di fare “la cartolina”, e alla fine mi interessava il non far rimanere l’essere soggiogati da questa città delle tradizioni.

Quanto carattere ci vuole per scrivere della multiforme Napoli senza farsi schiacciare “dal già visto” che rinnovi spesso proprio nel testo?
Bisogna operare una scrittura “a togliere”, un po’ come nella scultura: non è tanto quello che si dice, ma quello che non si dice! E’ una città che ha avuto così tanti narratori e così tante vite, provare a “non dire” più che “dire” banalità o cose già sentite.

Oltre che scrittrice (anche di manuali universitari oltre che di romanzi), sei anche una docente… Come vivi il mondo dello spettacolo e dei social network che stanno allontanando sempre più i giovani dalla lettura?
Non c’è più un’educazione ai luoghi di comunità. Esempio ne è la scuola che è stata confinata nella DAD. Il teatro, il cinema, le biblioteche sono i luoghi di comunità ed i giovani sono stati allontanati da tutto ciò. Le esperienze più significative della mia vita, le ho avute proprio in questi posti oltre alla scuola e all’Università. Il centro culturale giovanile del Vomero mi ha dato molti spunti e motivazioni… bisogna ricominciare a ricondurre i ragazzi nei luoghi di comunità.

Hai dichiarato in una recente intervista che sei al lavoro su un progetto al femminile. Cos’altro puoi raccontarci?
Sto lavorando a questo romanzo che uscirà ad Ottobre per Einaudi e non sarà ambientata a Napoli… l’ho parzialmente tradita (ndr sorride). La storia è ambientata negli anni ’60 ed ha una protagonista femminile. La questione femminile comincia in questo periodo ad assumere una rilevanza diversa. E’ la storia di adolescenza, di una formazione sentimentale e politica… ma il resto sarà in libreria!

Da dove arriva il tuo amore per la città, ma soprattutto, anche se hai vissuto in altri luoghi nella vita, pensi che saresti la stessa Viola/scrittrice se nata in un’altra città o con un DNA diverso?
Questa è una domanda difficile a cui rispondere, perchè pur non essendo una fan sfegatata della totalità della città, come dato di fatto non mi sono mai allontanata troppo dalla nostra cultura, da quella lingua e dal modo di vivere… e questo media il tuo modo di essere e di raccontare!

Grazie per la tua disponibilità Viola…
Grazie a voi!

E come anticipato all’inizio, nella rassegna Racconti per Ricominciare in scena a Sorrento fino al 13 Giugno, ad interpretare il testo della Ardone c’è l’attrice napoletana Giusy Freccia, che parlando del testo interpretato racconta: “La scrittura di Viola Ardone mi ha coinvolto dalla prima lettura. Sarà che sono sempre stata molto legata a questa città, sarà che ci ho visto dentro tutti i colori che può esprimere, mi sono sentita messa in una duplice prova: prima quella di avere al mio cospetto la città… poi quella di essere io al suo cospetto! Ed è così che ho trovato tutti gli spunti interpretativi per cercare di trasformare in voce e immagine quello che è stato il testo di Viola Ardone“.

L’appuntamento ultimo è per il prossimo weekend con “Vista su Napoli” della kermesse di “Racconti per Ricominciare” con la regia di Claudio Di Palma.

Lascia un commento