Daniele Vriale con il libro A modo mio
Daniele Vriale con il libro A modo mio

A modo mio, di Daniele Vriale

Daniele Vriale, già premiato con numerosi riconoscimenti letterari nel corso degli ultimi anni, proprio in questi giorni si è aggiudicato il secondo posto nella sezione Ebook al Premio Letterario Lilly Brogi La Pergola Arte XII edizione con il suo ultimo romanzo A modo mio (Robin Editore, Collana Le Giraffe). Ne parliamo con lui per la nostra rubrica Libri e Scrittori.

IL LIBRO E’ DISPONIBILE QUI

Per prima cosa, Daniele Vriale, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo e complimenti per il nuovo riconoscimento. Della tua scrittura, secondo te, cosa è particolarmente apprezzato?

Innanzitutto, grazie a voi per l’invito. Mi dicono che ho un tipo di scrittura cinematografica, che il lettore, attraverso le parole, riesce a visualizzare le immagini. Non so se è vero ma lo trovo uno splendido complimento, perché riuscire a far visualizzare personaggi e contesti è un obiettivo di tutti gli autori.

E A modo mio, un romanzo che hai definito totalmente diverso rispetto ai precedenti, quale punto di forza presenta?

È un romanzo crudo, caratterizzato da un linguaggio diretto, tipico della strada, che attraverso la narrazione e la forma linguistica aspira alla veridicità della vita di periferia. Poi c’è Vieri Damasco, il personaggio principale, un anti eroe per antonomasia.

In queste pagine ci conduci nella tua città, Firenze, più precisamente nello storico quartiere periferico Le Piagge, dove Vieri Damasco, appunto, è nato in una famiglia difficile e in un contesto degradato. Conosci personalmente quel contesto?

Non direttamente e neppure con queste punte estreme, sebbene sia nato in una zona periferica di Firenze, Ponte di Mezzo. In realtà per descrivere il disagio ed il degrado che circonda la vita dei quattro protagonisti ho estremizzato esperienze vissute e conosciute, si tratta di una tecnica di dilatamento che consente di acuire il proprio vissuto.

Che cosa, nella vita, può far riscattare chi è nato in un contesto disagiato?

Ci sono varie forme di riscatto, lo studio, i soldi, la famiglia, la professione; a me più che il riscatto interessava l’evoluzione che è un processo che può essere proprio di chiunque, in qualsiasi contesto, perché c’è sempre un margine evolutivo nell’essere umano.

È un libro adatto sia a lettori adulti sia a giovani ragazzi?

Credo di sì, anche perché la storia racconta la vita dei quattro protagonisti a partire da quando sono bambini fino all’età adulta. I più grandi possono essere maggiormente attratti dall’azione che caratterizza il romanzo, mentre i più piccoli possono trovare anche spunti pedagogici all’interno della trama.

Da chi vorresti ricevere una recensione o un consiglio letterario?

Certamente da quelli che sono i propri riferimenti letterari. Non essendo più tra noi Marquez e Sepulveda, farei il nome di Baricco tra gli italiani e di Houellebecq tra gli stranieri. Limitatamente a questo romanzo direi che il più indicato potrebbe essere Ammanniti. Ma non aspiro a tanto…

Per concludere, qual è secondo te il libro più bello che hai scritto fin qui Daniele Vriale?

Questa è una domanda difficile a cui rispondere, è un po’ come scegliere il preferito tra i propri figli. Posso dire che per l’originalità con cui viene trattato il tema dell’eutanasia, indicherei “L’ultimo passo”, in quanto il protagonista, un ex giornalista sportivo di 75 anni, non è affetto da alcuna patologia ma ha solamente paura del sopraggiungere della malattia e del dolore. Poi dico proprio “A modo mio” perché mi ha consentito di cimentarmi in un nuovo genere letterario, il noir, e perché sono molto affezionato a Vieri Damasco.

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