The Rumpled: dalla vetta delle Dolomiti al successo planetario
Dopo il trionfo al San Marino Song Contest, la band folk rock dei The Rumpled è pronta a conquistare il mondo con delle novità.
Dalle maestose vette delle Dolomiti al palco scintillante del San Marino Song Contest, i The Rumpled hanno scritto una pagina indimenticabile della loro storia. Con la loro energia contagiosa e il sound inconfondibile, la band folk rock ha conquistato il cuore del pubblico e della critica, portando a casa una pioggia di premi e riconoscimenti.
I sei talentuosi musicisti, con il loro frontman bresciano Jack Merigo, hanno trionfato sia nella categoria “Big”, conquistando un prestigioso secondo posto dietro solo al grande Gabry Ponte, sia nella categoria “Emergenti”, aggiudicandosi il titolo di miglior gruppo emergente. Un doppio successo che li consacra come la vera rivelazione dell’anno.
“You Get Me So High”: un inno alla resilienza
Il brano che ha fatto breccia nel cuore del pubblico è “You Get Me So High“, un’esplosione di energia e positività. Un inno alla resilienza, alla forza interiore e alla capacità di superare ogni ostacolo. Come dichiarato dalla band, “è uno scontro diretto, un faccia a faccia con il proprio nemico, le proprie paure, le proprie insicurezze. Un brano di chi non si piega, di chi affronta tutto con la certezza della propria forza, pronto a vincere ogni battaglia. Parla di sicurezza, di rabbia trasformata in energia pura, e della volontà di superare qualsiasi ostacolo.”
Un mix esplosivo di generi e influenze per i The Rumpled
La band è una miscela esplosiva di Rock, Folk, Pop e Punk. Ogni brano è un concentrato di energia pura, capace di infiammare il pubblico e trasformare ogni concerto in una festa indimenticabile. La loro musica è un invito a ballare, a lasciarsi andare e a godersi ogni istante.

Benvenuti sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo” ai The Rumpled. Ci raccontate brevemente come tutto nacque? Qualche aneddoto…
Ci siamo uniti accomunati dall’interesse per la scena celtic punk internazionale (con DropkickMurphys e Flogging Molly in testa) e per il combat folk italiano dei Modena City Ramblers. sin dal nostro primo album Ashes&Wishes (2018), abbiamo avuto un grande riscontro, soprattutto all’estero. Ci piace che la nostra musica riesca a creare grande coinvolgimento nel pubblico, questa connessione ed energia sono davvero forti e hanno sempre avuto un grosso impatto emotivo su di noi. Questo ci stimola costantemente nel comporre e pubblicare nuova musica.
Di aneddoti ne abbiamo a valanghe: una volta Jack ha provato a fare crowd surfing, ma era così carico che è saltato oltre le prime file e si è schiantato su un povero ragazzo con un bicchiere di vino in mano. Oppure una volta abbiamo dimenticato il fisarmonicista all’alloggio e ce ne siamo accorti solo arrivati alla venue. O quella volta che un fan ha chiesto al batterista se conosceva il cantante (perché, si sa, i batteristi sono sempre gli ultimi a essere riconosciuti). E poi c’è Luca, il nostro bassista, che aspetta sempre l’ultimo secondo per andare in bagno prima dei live, lasciandoci sul palco ad aspettarlo. Persino a San Marino a pochi minuti dalla diretta, lui è sparito lasciando il basso… si è scatenato il panico! Ah, e Jack… due anni fa, saltando in cameretta simulando il live, si è lussato la rotula e ha fatto tutto il tour con un bastone da passeggio comprato dai cinesi, praticamente un Dr. House in stile folk rock.
Pensavate che un giorno sarebbe giunto questo grande momento?
E’ da anni che, come band, lavoriamo con impegno e ci mettiamo costantemente alla prova per crescere sia musicalmente che sul palco. Durante i live ci divertiamo molto e riceviamo tanta energia da chi ci ascolta. Così come l’esperienza di aprire i concerti di Vasco Rossi nel 2022, è stata un traguardo importante e una grande occasione per confrontarci con uno stadio ed un pubblico così vasto. Non ci sentiamo arrivati a nessuna meta definitiva: questo è solo uno dei tanti passi del nostro percorso, un’opportunità che segna e segnerà la nostra crescita. Partecipare per la prima volta a un’esperienza televisiva è stato stimolante e ci ha incuriosito ancora di più.
Quali le sensazione a caldo dopo lo straordinario successo di San Marino?
Per noi è un traguardo straordinario, soprattutto considerando il livello altissimo della competizione, con la presenza di ospiti internazionali e artisti italiani affermati di grande valore. Questo secondo posto lo viviamo come una vittoria, un riconoscimento importante del nostro percorso. Siamo entusiasti anche per il calore incredibile del pubblico e per l’interesse che abbiamo suscitato: sentire così tanto affetto e supporto ci riempie di orgoglio e ci dà ancora più energia per il futuro.
Parlateci ora dell’attuale tour. Come sta andando? Quali aspettative vi prefiggete?
Vi scriviamo proprio dall’Inghilterra, dove il tour sta andando molto bene e speriamo di replicare alcuni sold out, come accaduto lo scorso anno. Dopo questa tappa, proseguiremo in Francia e Germania, due paesi che da sempre ci sostengono con entusiasmo sia nei live che negli ascolti. Con la recente visibilità ottenuta in Italia, ci auguriamo di poter rafforzare ulteriormente la nostra presenza anche nel nostro paese – magari con qualche evento iconico, tipo primo maggio? chissà! – , dove storicamente abbiamo avuto meno risonanza rispetto all’estero. Vedremo cosa ci riserverà l’estate, per la quale abbiamo già in programma più di 30 date e tanta voglia di portare la nostra musica in giro.
Obiettivi a medio e lungo termine? 2025… cosa ci dobbiamo attendere da questa grande novità chiamata The Rumpled.
Il 2025 sarà un anno ricco di musica! Abbiamo in programma di rilasciare sei singoli e un EP, per poi arrivare a un album nel 2026. Stiamo lavorando per evolvere i nostri live in modo più strutturato, mantenendo la nostra energia ma esplorando un sound che incorpora elementi più rock e pop. Sul fronte dei concerti, puntiamo a consolidare la nostra presenza nei festival internazionali: in Francia, Olanda e Repubblica Ceca siamo già una realtà, ma vogliamo ampliare ulteriormente il nostro raggio d’azione, portando la nostra musica a un pubblico più vasto. Per il resto, non ci precludiamo niente, chissà dove potremmo rivederci in futuro, magari allo stesso Eurovision.