Veronica

Veronica: la mia musica da “un semplice giro di tango”

Oggi incontriamo Veronica, giovanissima cantante campana, che è attualmente in rotazione con il brano Kaleidoscopio, dedicato alle vittime di bullismo. Un brano elettro-pop autobiografico, ispirato all’esperienza personale subita in adolescenza, e che l’artista ci racconta sfociando in quella che è la sua passione per la musica.

Veronica

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo. Chi è Veronica? Da dove nasce il tuo rapporto con il mondo della musica?

Sono una ragazza campana di 24 anni con la passione nell’anima per la musica. Sono nata a Napoli e cresciuta ad Aversa, una piccola città in provincia di Caserta. Il mio primo incontro con la musica è avvenuto alle elementari, quando durante l’ora di musica mi cimentavo a suonare le percussioni e la diamonica senza neanche saper leggere le note. Oltre all’amore per gli strumenti musicali ho da sempre avuto una predisposizione innata per il canto. Sin da piccola ho sempre provato una sensazione di libertà nel cantare con enfasi le canzoni dei miei artisti preferiti, in particolare, mi piaceva cantarle al Karaoke, dove mi esibivo con il mio cavallo di battaglia, La solitudine di Laura Pausini. Durante il periodo delle medie mi resi conto che cantare era diventato il mio rifugio dai tormenti subiti quotidianamente a scuola, così, decisi di prendere lezioni e al contempo iniziai a suonare la chitarra da autodidatta guardando video su YouTube. Durante il periodo delle superiori decisi di affrontare l’ansia da palcoscenico suonando in diverse band della mia città e partecipando a concorsi canori regionali.
Oggi posso dire con certezza che Veronica è una ragazza che vive di musica in tutti i sensi.

Giovanissima, ma con il tuo brano vai già a toccare un argomento difficile: il bullismo. Ci racconti questa esperienza?

Kaleidoscopio è nata in un periodo molto buio della mia vita, periodo in cui ho sentito la necessità di dare voce a tutte quelle esperienze che mi portavo dentro da troppo tempo e che avevo sempre nascosto con cura agli occhi di tutti. Questo brano parla di me e del mio acerrimo nemico, il bullismo. Da bambina e anche in adolescenza ho subito diversi atti di bullismo sia di natura psicologica che fisica: questi traumi mi hanno trasformata in una persona irriconoscibile, spenta, priva di sorriso e con complessi che tutt’ora persistono nella mia mente. Il bullismo è stato un capitolo difficile, di cui non ho mai avuto il coraggio di parlare per non essere ulteriormente “presa in giro” dalle persone che per anni hanno gioito nel vedermi cadere in un baratro sempre più profondo. Ho impiegato diversi anni a chiedere aiuto ed è stata questa agonia prolungata a farmi rifugiare nella musica. La musica mi ha salvata, mi ha dato la chiave per sopprimere tutte quelle sensazioni negative che mi rendevano vulnerabile e insicura. Salire su un palco, guardare negli occhi il pubblico e cantare di sentimenti e di esperienze è stato un esercizio che mi ha permesso di trovare il coraggio di essere me stessa, nonostante i miei difetti e le mie paure.

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Parliamo di Kaleidoscopio…

Tutto è nato da un semplice giro di tango a novembre scorso, suonato da Marco Cangiula, cantautore con cui ho avuto l’onore di scrivere questo brano. Insieme siamo riusciti a racchiudere in poche strofe tutta la mia vita, le difficoltà che mi sono trova a fronteggiare e le mie influenze musicali che mi hanno accompagnata in questi anni di sperimentazione. Kaleidoscopio rappresenta il ritrovo di una voce che avevo perso e che avevo finito per dimenticare a causa del giudizio altrui, ma da quando l’ho ritrovata ho deciso di metterla a disposizione di chi ancora stenta a trovare la propria e che ha bisogno di essere rappresentato con coraggio. Il testo del brano è ricco di metafore così come il video e queste ultime hanno l’arduo compito di descrivere al meglio il concetto di diversità, termine che molto spesso viene utilizzato in modo dispregiativo. Non ho voluto soffermarmi soltanto sulla mia personale esperienza, ma ho voluto dare una visione più ampia rispetto alle difficoltà che ognuno di noi si ritrova ad affrontare ogni giorno. I veri protagonisti di questa canzone sono tutti coloro che inspiegabilmente e quotidianamente vengono spinti giù nel baratro dell’isolamento da una società conformista, dove tutto si dissolve in un silenzio – assenso assordante che non lascia spazio alla diversità. In questa canzone ci sono influenze non eterogenee ma anche di artisti precisi quali Billie Eilish e Lorde che ritengo abbiano rappresentato e rappresentino una generazione vulnerabile che, persa tra i meandri di internet, non sappia distinguere più dei punti di riferimento reali a cui appellarsi o confrontarsi.

Che rapporto hai con il mondo dello Spettacolo?

Ho iniziato ad interessarmi al mondo dello spettacolo molto presto, ricordo che da bambina pregavo mia mamma di comprarmi riviste di musica e di gossip perché mi sentivo molto vicina a quel mondo fatto di sogni, lustrini e Red Carpet. Alle medie e al liceo trascorrevo ore intere a guardare video su YouTube di esibizioni, interviste e soprattutto premiazioni, senza mai smettere di pensare che un giorno avrei fatto parte anche io di quel mondo. Beh, posso dire con certezza di essere riuscita in quest’impresa soltanto da poco, ma prima di Kaleidoscopio c’è stato un lunghissimo ed estenuante periodo di gavetta e di studio.
La mia gavetta è durata e dura da cinque anni: ho suonato in locali fatiscenti, in cima a montagne innevate e in paesini dove spesso non venivo neanche retribuita, ho cantato nei cori di chiesa, in cori Gospel, ho suonato a matrimoni, feste di piazza, compleanni e aperto sfilate di moda e di abiti da sposa. Nel frattempo, non ho mai smesso di studiare, di imparare dai libri e attingere dalle esperienze di altri artisti. Dai banchi di scuola di periferia mi sono ritrovata selezionata per studiare alla Luiss Business School dove lo scorso anno mi sono diplomata al Master of Music: l’obiettivo più importante che ho conseguito fino ad ora. Grazie alla mia tenacia questa esperienza mi ha permesso di studiare il panorama musicale a 360° e di confrontarmi con professori come Nicola Cani, Cristiano Maggi, Dondoni, Davide Cuacci e con artisti come Giorgia e Calcutta. Queste occasioni mi si sono presentate perché ci ho creduto realmente nel mio sogno e le persone hanno iniziato a crederci con me dandomi opportunità che mi hanno permesso di ampliare il mio curriculum. Attualmente sono stata selezionata tra più di 1750 artisti per partecipare alle semifinali del Primo Maggio Next e questa è stata l’ennesima conferma per me che nella vita è importante fare sacrifici perché prima o poi vengono ripagati.

Che musica ascolti di solito?

Se dovessi mostrarvi una delle mie Playlist su Spotify vi accorgereste che ascolto una quantità spropositata di generi davvero diversi tra loro. Il bello di aver suonato in numerose band durante il periodo del liceo è che mi ha permesso di entrare in contatto con musica che non avrei mai ascoltato in contesti diversi. Sulla mensola della mia cameretta ho dischi di Eddie Vedder, Michael Jackson, Queen, Taylor Swift, Lady Gaga, Dua Lipa e di tanti altri artisti che non vi elenco perché occuperebbero minimo due pagine di questa intervista. Il genere che ascolto di più in questo periodo è il pop di Billie Eilish, Lorde, Christine and The Queens e Maggie Rogers. Ascolto anche tanta musica italiana e attualmente sono in fissa con Bipuntato (consiglio a tutti di ascoltare il suo ultimo album Maltempo).

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E il cinema ti piace? Cosa guardi solitamente?

Ho un rapporto molto profondo con il cinema e per anni ho fatto parte della giuria del Giffoni Film Festival. Andare al cinema è una di quelle cose che adoro fare in compagnia dei miei amici e della mia famiglia. Mio padre può confermarvi di questa passione perché per anni l’ho costretto ad accompagnarmi al cinema in estate, con 40 gradi, per guardare insieme i film della saga di Harry Potter. Penso che per un artista il cinema rappresenti una fonte illimitata di conoscenza e di ispirazione. Quando guardo un film vengo catapulta in universo parallelo in cui tutto è possibile, dove le emozioni e le azioni sono amplificate grazie alla bravura degli attori. Alcuni film spesso mi trasmettono una gran quantità di sensazioni che mi piace tramutare in musica e parole. Vi anticipo volentieri che per il mio prossimo singolo mi sono ispirata al film Wonder Woman con Gal Gadot, attrice che amo alla follia e che spero di incontrare un giorno.

Cosa ci racconti dei tuoi nuovi progetti professionali dopo il Covid-19?

Durante questa quarantena non ho mai smesso di lavorare e in questo mese di aprile, con Cantieri Sonori, abbiamo lavorato a distanza al mio prossimo brano che parlerà di noi donne. Non posso anticiparvi molto ma aspettatevi una canzone molto forte, ritmata e con un messaggio che spero metterà d’accordo un po’ tutti!

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