Giovanni Carta
Giovanni Carta

Giovanni Carta: da sempre un porto sicuro il teatro

Da sempre con la Sicilia nel cuore, ritroviamo Giovanni Carta, attore per amore e passione, alle prese con un nuovo spettacolo teatrale, “Pseudolos (il bugiardo)”, in scena in quel di Roma da inizio dicembre.

Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Giovanni Carta. Come procede il tuo vissuto?

Sono io che ringrazio voi della disponibilità! Sarò banale ma, finchè si sta bene, in salute, non ci si può lamentare.

Un nuovo spettacolo in scena al Teatro Arcobaleno di Roma, dal 1 al 17 dicembre, “Pseudolos (il bugiardo)”, insieme ai colleghi Pietro Romano, Fanny Cadeo e non solo. Di cosa tratta, nello specifico, e cosa puoi dirci a riguardo?

Si tratta di una commedia di Plauto, qualcosa di divertente, legato agli equivoci, a degli imbrogli. Uno spettacolo, al contempo, raffinato e con un’atmosfera quasi da favola.

Un ritorno in teatro, come dicevamo, un luogo a cui sei da sempre legato, e ad un contatto stretto, diretto, con il pubblico. Quali sensazioni, di volta in volta, ti regala la possibilità di poter essere a pochi passi da ogni singola persona?

Il teatro per me è e sarà sempre un porto sicuro e stimolante per una crescita personale. Il luogo del confronto, di un rapporto diretto con il pubblico che richiede onestà, rispetto.

Differenti ruoli caratterizzano il tuo percorso artistico ma, a tuo avviso, cosa manca ancora al raggiungimento di una ‘reale felicità’?

Questo è un lavoro fatto di incontri, per cui mi sento molto fortunato. Ho avuto il privilegio di lavorare con grandi artisti, sia in teatro che in televisione: Jean Morroe, Sofia Loren, Sergio Castellitto, Luca De Filippo.
La felicità è fatta di istanti, di un ciak riuscito bene, di applausi da parte del pubblico. Sono un curioso e, in quanto tale, vorrei avere la possibilità di costruire un personaggio per il cinema, raccontare una bella storia.

Compiendo un passo a ritroso, a chi pensi di dovere dei ‘grazie’ per ciò che sei adesso e per i consigli ricevuti, lavorativamente parlando?

Mi piace osservare, studiare, guardare sia le cose belle che quelle meno belle. Mi ritengo un ‘ladro’, a riguardo. Ho avuto la fortuna di avere dei maestri importanti, nel periodo della mia formazione, e quindi credo di dovere dei grazie a tutti loro, in primis. Sento, al contempo, di dover dire grazie anche a me stesso per la tenacia, per la passione e la libertà con cui vivo questo mestiere, anche nei momenti di difficoltà.

Quanta Palermo porti con te durante le tue tournée, durante questo lungo percorso chiamato vita?

Palermo e tutta la Sicilia! Sono figlio del mondo ed ho, tra l’altro, sposato una catanese. Spesso, in casa, parliamo il dialetto siciliano e ovviamente lo stiamo insegnando anche a nostro figlio.

Chi è Giovanni nel quotidiano e quali passioni caratterizzano il tuo vissuto?

Questa domanda andrebbe posta alle persone che condividono con me la quotidianità, mia moglie e mio figlio, ad esempio. Credo di essere una persona sempre in ascolto, per capire e affrontare tutto quello che la vita ti presenta con grande onestà e curiosità. Sono queste le caratteristiche che più amo e che mi appartengono.

Guardando al futuro cosa puoi anticiparci Giovanni Carta?

Dal prossimo gennaio sarò su Rai1 ne “Brennero”, una serie capitanata da Elena Radonicich.

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