In scena ne “Svelarsi – Serata evento per sole donne”, uno spettacolo per e con le donne, incontriamo l’attrice Silvia Gallerano, pronta a svelarci, per l’appunto, qualcosa in più su questo spettacolo, su come ha preso vita.
Al suo fianco, in questa avventura, Giulia Aleandri, Elvira Berarducci, Smeralda Capizzi, Benedetta Cassio, Livia De Luca, Chantal Gori, Giulia Pietrozzini, con il contributo di Serena Dibiase e la voce di Greta Marzano.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Silvia Gallerano. Parlaci di “Svelarsi”, prossimamente in scena a Milano, Torino e Parma, e di come ha preso vita questo spettacolo?
Una serata, ‘esperimento’, tra donne, in cui ci si guarda, ci si rispecchia, per via dei vissuti simili, non solo fisici. Esploriamo, quindi, proprio queste similitudini, esponendo entrambe le cose..
Al tuo fianco, colleghe brave, intense, come te.. Quale atmosfera si respira in scena e, prima ancora, nel dietro le quinte?
Questo lavoro nasce da un laboratorio realizzato alcuni anni fa. Da allora il percorso produttivo è stato molto lento, perché non è stato facile proporre al teatro italiano uno spettacolo che permettesse l’ingresso soltanto alle donne. Nel frattempo, il percorso laboratoriale ha continuato la sua ‘corsa’, così le tematiche sono venute fuori poco a poco, sviscerando ogni tipo di argomento, confrontandoci. Il mio ruolo, attualmente, è proprio quello di colei che sistema ogni tipo di materia analizzata e funge da organizzatrice del tempo di lavoro. Un gruppo molto coeso, allegro, prerogativa di questo spettacolo. Con il ridere, con l’allegria, si supera tutto..
‘Il bello’, correggimi se sbaglio, è anche legato a molte colleghe non presenti nello spettacolo che incitano il ‘pubblico’, tramite i social, a prendervi parte..
Si, vero! È anche un lavoro nel quale le spettatrici stesse hanno una parte. Ci divertiamo tra loro, portandole, poi, sul palco. Ogni sera è diversa e include tutte coloro che prenderanno parte allo spettacolo.
Essere dalla parte delle donne, mai come in questi ultimi tempi, è davvero fondamentale. A tal proposito, Silvia Gallerano, ti andrebbe di esporci il tuo pensiero circa gli ultimi fatti di cronaca?
Ci ha colpito, durante le prime date di questa tournée, lo scorso novembre, sapere di Giulia Cecchettin. Tra di noi si respirava una forte emozione, tanta rabbia e, allo stesso tempo, una sana voglia di ritrovarsi, sperando che tutto ciò possa finire presto. Ultimamente ci ha poi rese ‘felici’ notare che anche alcuni uomini cominciano ad interrogarsi sul loro ruolo, sul cercare di capire come muoversi per mettere fine a questa immotivata violenza.
Silvia Gallerano, quale felicità ti porta la possibilità di calcare, di volta in volta, le tavole del palcoscenico dinanzi ad un pubblico pronto ad applaudirti e, al contempo, anche a giudicarti?
Non so dirti se ci sia del masochismo o meno nei miei spettacoli (ride). Sono consapevole di espormi, in ogni testo interpretato, pronta ad essere ‘giudicata’. C’è di certo un desiderio innato, una sana voglia di provare a non accettare il conformismo, raccontando come penso stiano le cose, esponendomi, quindi, anche agli occhi di chi non la pensa come me. C’è comunque molta gioia nel dire la verità, la mia verità!
Se guardi al passato, a quelli che sono stati i tuoi inizi, doveva andare esattamente così?
Ci penso tutti i giorni, ma mai in riferimento alla mia professione. Mi chiedo cosa avrebbe rappresentato vivere in un altro paese, oppure fare progetti diversi dai testi che scelgo e realizzo. Il mio mestiere, ad ogni modo, è una vocazione, qualcosa che amo, in tutte le sue forme, qualcosa che non ho mai messo in dubbio.
Posso chiederti, invece, chi è Silvia nel quotidiano, al di là del suo amato mestiere?
Sono una persona che tende a nascondersi, nonostante poi sia una gran caciarona (ride). Esco poco, ho tanti amici, e sono spesso in giro per i miei figli, per il mio lavoro.
Guardando, appunto, alla maternità, quali valori cerchi di trasmettere ai tuoi figli in una società che, al momento, sembra essere orientata verso l’errore?
Sembra interessante l’idea di sbagliare per poi correggere il tiro, per non cercare di essere, quindi, sempre perfetti.
Quale/i personaggi mancano ancora al tuo vissuto artistico?
Ho sempre lavorato molto con la drammaturgia contemporanea, persone a me vicine, con cui dialogavo tanto. Un ruolo classico, qualcosa di antico o moderno, manca ancora al mio percorso.
Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro Silvia Gallerano?
“Svelarsi” sarà ancora in scena per un po’. I lavori che faccio sono lenti nel cercare di convincere il pubblico. È successo con “La merda”, in precedenza, un altro ‘diesel’ a cui sto dietro da una decina di anni. “La dolorosa” sarà, invece, una cantata scritta con Christian Ceresoli, ambientata in una Palestina odierna nella quale una banda di ragazzini cerca di fare la festa, mentre gli adulti fanno la guerra. Debutterà ufficialmente il 25 e, per questo lavoro, devo tanto anche a Gianluca Casadei e Stefano Piro.