Massimo Venturiello: mai perso la fiducia in questo mestiere

Massimo Venturiello: mai perso la fiducia in questo mestiere

Pronto ad anticiparci alcune notizie legate alla piece “Chicchignola”, incontriamo l’attore Massimo Venturiello.

Impegnato nelle prove dello spettacolo teatrale “Chicchignola”, ad opera di Ettore Petrolini, incontriamo l’attore Massimo Venturiello con la sua regia, che sarà in scena dal 19 al 22 settembre 2024 alla Sala Umberto di Roma…

Senza dimenticare il suo futuro artistico e i tanti, precedenti, successi…

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Massimo Venturiello. “Chicchignola” sarà in scena dal prossimo 19 settembre e, a tal proposito, cosa può dirci a riguardo?
La vera prima dello spettacolo si terrà proprio alla Sala Umberto, a brevissimo, dopo averlo portato in scena, a mò di ‘assaggio’, questa estate. Una vera chicca del Petrolini, “Chicchignola”, capace di modificare il modo di vivere il palcoscenico anticipando, come fanno soltanto i ‘grandi’, un modo di vivere le cose. Una trilogia Petroliniana, la mia, che avrà un seguito portando nuovamente in scena “Gastone” e “Il Padiglione delle Meraviglie”. Il “Chicchignola” è di certo la storia più divertente, quella di un venditore ambulante, qualcosa di astratto, ambientata negli anni trenta, scritta nell’epoca futurismo, che porta avanti una dinamica anche tradizionale. Il tutto è in puro stile Petrolini, un uomo capace di essere legato alla tradizione ma, senza rendersene conto, capace di lanciare anche un occhio all’avanguardia, motivo per cui la scelta delle scene è basata su qualcosa di anche meno realistico…

Quali sensazioni sono da sempre legate alle tavole del palcoscenico?
Dopo così tanti anni continuo a calcare la scena senza presunzione alcuna ma come se fossi sempre a casa. Anni fa ho scelto questo mestiere perché mi faceva stare bene, permettendomi di identificarmi in vite e storie diverse. Mi sentivo tranquillo, sicuro, certo di affrontare un lavoro che amavo e amo con la giusta leggerezza che questo lavoro impone.

Massimo Venturiello

Da qualche anno è anche docente a l’Officina Pasolini…
Si, da circa dieci anni gestisco con enorme piacere la sezione teatro. Di imparare non si finisce mai. La scuola serve ad aprire la porta ma per entrare nella stanza, per fortuna, c’è tutta una vita e questo è il bello. Non si arriva mai! Viviamo un mestiere differente dal classico lavoro da impiegato. Un lavoro che è spesso stato considerato ai margini della società ma si tratta di un mestiere bellissimo. Chi resta lo fa perché è caratterizzato da una tale leggerezza che crea una dimensione che ti consente di non provare angoscia alcuna alla minima critica. È questo che cerco di fare con i miei allievi, spronarli ad avere più punti di vista affinché possano capire se questo mestiere è realmente la giusta strada da intraprendere.

Quanto è cambiato questo mestiere da quelli che sono stati i suoi inizi?
Non saprei dirle effettivamente quanto è cambiato, oggi. Sicuramente è cambiata la modalità, l’approccio al lavoro. Chi entra in una scuola lo fa con tutti i buoni propositi ma il tutto avviene in maniera differente rispetto a ciò che richiedeva un tempo. Anni addietro si usciva dalla Silvio D’Amico e si entrava ‘in arte’, in qualcosa che nell’arco di cinque o dieci anni diventava definitivo. Diversamente, oggi non c’è la possibilità di realizzare i cinque, sei mesi di tournée che avevamo la fortuna di affrontare noi… Quando non si lavora a tempo pieno, specialmente all’inizio, si tratta di un deterrente non da poco perché non ti regala la reale dimensione di cui ha bisogno ogni singolo attore.

Che bilancio ne fa di questo suo percorso artistico?
Sento di essere ancora in un percorso che procede in avanti e guardarmi indietro serve a poco. Nutro ancora il desiderio di pensare a dei nuovi progetti, soddisfatto degli spettacoli realizzati durante il mio cammino e delle persone incontrate. Non si finisce mai di imparare e il bilancio è, dunque, senz’altro positivo perché non ho mai perso la fiducia.

Differentemente, c’è qualcosa che Massimo Venturiello non è ancora riuscito a realizzare?
Questo accadrà anche quando svanirò nel nulla, proprio come tutti noi. Il bello è proprio lì, sapere che non potremo fare tutto. I giorni passano, finiscono in un buco che non sappiamo quale sia, l’unica cosa che può bloccarci è la salute, il non stare bene ma, se stiamo bene, questo mestiere può andare avanti a lungo, senza perdere mai il desiderio, nemmeno a novant’anni.

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