Giulia Morgani: non saprei immaginare una vita diversa

Giulia Morgani: non saprei immaginare una vita diversa

Incontriamo a teatro l’attrice Giulia Morgani, che ci racconta dello spettacolo “Una stanza al buio”, tra emozioni e immagini.

Una vita diversa da questa, distante dalla sua amata recitazione, la nostra ospite di oggi, l’attrice Giulia Morgani, non saprebbe immaginarla. La incontriamo dopo aver preso parte allo spettacolo, “Una stanza al buio”, al fianco del collega Stefano Scaramuzzino, che presto ritroverà per poter portare in scena altre date…

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Giulia Morgani. “Una stanza al buio”, recentemente portato in scena al Teatro Belli di Roma, ti ha visto tra i suoi protagonisti, questo novembre, insieme al collega Stefano Scaramuzzino. Quali sensazioni a riguardo?
Un ruolo impegnativo, quello appena affrontato, particolare e molto enigmatico, caratterizzato da nessuna linea logica. Portarlo in scena, nel suo piccolo, ti porta ad essere sempre in bilico. La scrittura di Giuseppe Manfridi è, d’altronde, una scrittura alta, importante, ne sa qualcosa Claudio Boccaccini che ha diretto molte sue opere. Lui, per fortuna, lo conosce a fondo e sa bene dove portarmi. Se non ci fosse stato, in questa occasione, non so quanto sarebbe stato ‘facile’ affrontare un personaggio del genere.

Quale magia ti regalano, di volta in volta, le tavole del palcoscenico, così come i rituali che affronti prima di essere in scena?
Solitamente sono in teatro due ore e mezza prima, alcune volte anche tre, perché ho necessità di prendere confidenza con lo spazio, ripetendo di continuo alcuni movimenti legati al personaggio affinché possa essere più sicura. Un teatro che per me è vita, uno spazio più che sacro.

Cosa sta regalandoti questo viaggio nella recitazione?
Recitare è una scelta non facile da affrontare. Riuscire a vivere di arte non è sempre certezza, se non con le giuste occasioni, con una adeguata dose di fortuna. Alcune volte mi capita di terminare uno spettacolo per poi avere la certezza di poterne già portare in scena un altro. Ma non è sempre così, purtroppo. In altri frangenti mi capita di dover ricominciare da capo, cosa non semplice. Per fortuna non sono mai ferma, scrivo sceneggiature, realizzo film, sono in continuo movimento. Non saprei vedermi in una vita diversa da questa…

Giulia Morgani

Con quali registi vorresti poter lavorare un domani?
Adoro il cinema, la sensazione di rilassamento che mi regala, diversamente dal teatro che, ovviamente, è caratterizzato da emozioni molto più forti. Se solo fosse possibile, un domani, mi piacerebbe essere diretta da Lanthimos, oppure da Lynch e, non ultimo, Aronofsky.

Quale ruolo non hai ancora toccato?
Qualche anno fa ti avrei risposto, Giovanna D’arco (ride). Una fissazione, qualcosa a cui tenevo molto. Mi è capitato spesso di interpretare ruoli molto simili. Ho poi pensato di dare una svolta a tutto intraprendo un lavoro da me scritto, “Il guardiano del ghiaccio”, in cui interpretavo una schizofrenica. Ruoli complessi, non abituali, profondi, qualcosa che amo molto. Ecco cosa vorrei continuare a fare…

Sogni nel cassetto?
Mi piacerebbe tanto iniziare a fare falconeria, qualcosa di non inerente al lavoro. Tornando alla mia professione, invece, vorrei poter scegliere con estrema libertà i ruoli da affrontare, senza dover accettare, per forza di cose, qualsiasi tipo di ruolo pur di evitare ‘tempi’ morti.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico Giulia Morgani?
Il prossimo anno uscirà il film che ho scritto, per cui siamo in fase di produzione, senza dimenticare alcune situazioni teatrali che per scaramanzia preferisco evitare di anticipare. Non ultima, la ripresa di “Una stanza al buio”.

Lascia un commento