Gianfelice Imparato: la recitazione, la scelta migliore che potessi fare
Dal cinema, alla televisione, passando per il teatro, incontriamo l’attore Gianfelice Imparato, che ci racconta un po’ di se.
In scena al Teatro Golden di Roma con “La felicità”, questo 5 dicembre, incontriamo l’attore Gianfelice Imparato pronto a raccontarci qualcosa del suo percorso artistico, annesso alle emozioni del teatro, al ‘passaggio’ in “Un Medico in Famiglia” che gli regalò altre prospettive…
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Gianfelice Imparato. Presto sarà in scena con “La felicità” al fianco della collega Alessandra D’Ambrosio, al Teatro Golden di Roma. Quali anticipazioni circa questo ‘debutto’ romano?
Vivo questo futuro debutto con l’entusiasmo di sempre, riponendo non poche aspettative sulla piazza di Roma. Si tratta di uno spettacolo che ha già vissuto molte prime volte, tra profondo nord e sud. Essere a Roma, però, rappresenta da sempre un punto di riferimento, essendo un qualcosa di importante e in comune per tanti teatranti come me.
A cosa avranno modo di assistere coloro che potranno essere al Teatro Golden questo 5 dicembre?
Lo spettacolo, ad opera di Eric Assous, è suddiviso in cinque quadri, a partire dal primo incontro della coppia, over quaranta, fino a concludersi con un epilogo inaspettato. Una scrittura che riesce a conciliare frasi e situazioni terribili con un’ironia che rende leggero, godibile ed anche divertente la storia.
Cosa le ha regalato sino ad oggi questo viaggio nella recitazione?
Questo mestiere mi ha regalato tanto, sin dall’inizio. In questo spettacolo, nello specifico, mi ha regalato la gioia di potermi avvalere di due persone sempre in scena, una gioia provata anche in altre occasioni, ma ora è tutto più raccolto e la concentrazione è maggiore.
Personalmente la ricordo con piacere, e per via della classe e per l’ironia che ci ha regalato prendendo parte ad “Un Medico in Famiglia”, qualche anno fa. Cosa le ha donato quell’esperienza?
“Un Medico in Famiglia” ha rappresentato il primo approccio ad una serie televisiva, per poi provarne anche altre. Un approccio molto intrigante, che mi ha regalato maggiore esperienza in quella direzione. Sino ad allora avevo fatto molto piu cinema e meno televisione.
Quale ruolo si confà di più alla sua persona e cosa non è ancora riuscito a portare in scena?
Sono diversi e tanti i ruoli che credo di poter ancora interpretare. Credo sia essenziale, per lo più, attingere ad una parte di sé per donare al personaggio la giusta nota di cui ha bisogno. Non concordo sul dire che ‘bisogna entrare nel personaggio’ perché a mio avviso occorre fare il contrario dal momento in cui il personaggio non è affatto reale.
Le è mai capitato di preferire il teatro al cinema, alla televisione o viceversa?
In verità le tavole del palcoscenico mi hanno sempre regalato tanto ma non posso nascondere che il fascino del cinema sia assoluto. Si, dopo cento repliche in teatro puoi cogliere maggiori sfumature di un personaggio, differenziarlo, diversamente accade nel cinema dove il ciak ti porta a non poter cambiare più nulla. Nel rivedere il tutto subentra il rammarico di non aver colto un particolare che, a suo modo, poteva essere importante.
Quanto è cambiato, da quelli che sono stati i suoi inizi, il modo di fare cinema, televisione e teatro?
È cambiato, rispetto ai miei inizi, e tanto! È cambiato, se parliamo di teatro, perché c’era una sorta di ordine generale. Era fondamentale studiare, per poi arrivare, dopo vari step, ai protagonisti. Diversamente, oggi, complice una gestione un po’ miope dei tanti teatranti, si è tenuto a dare predominanza al personaggio che va in scena. Contano più i followers che le doti artistiche.
Doveva andare esattamente così oppure con il senno di poi avrebbe fatto altre scelte?
Doveva andare così! Con rammarico da parte della mia famiglia ho abbandonato gli studi in giurisprudenza per potermi affacciare a questa professione. La scelta migliore che potessi fare!
Anticipazioni sul futuro artistico di Gianfelice Imparato?
Sto vagliando alcuni progetti per le prossime stagioni teatrali ma prima di poterne parlare devono esserci dei presupposti certi.