Paola Michelini: arriva Time Lock
Intervista all’attrice Paola Michelini, che va in scena con uno spettacolo di Fabrizio Colica dal titolo: Time Lock. Ecco il racconto.
Uno spettacolo che parla di elezioni, televisione, candidati, risate e tanto altro, “Time Lock”, con una sempre bravissima Paola Michelini, ad opera di Fabrizio Colica. Un’attrice di spessore, innamorata del teatro, vogliosa di sempre nuovi ruoli e situazioni e con carattere e grinta dalla sua.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Paola Michelini. Il 23 gennaio sarai in scena con “Time Lock”, uno spettacolo ad opera di Fabrizio Colica, al Teatro Golden di Roma. Al tuo fianco, insieme allo stesso Fabrizio, ci saranno anche Augusto Fornari, Giuseppe Ragone e Riccardo Sinibaldi. Cosa puoi anticiparci a riguardo?
Posso anticiparvi che si riderà parecchio e noi siamo i primi, durante le prove, a fare tanta fatica a riguardo. Un programma di approfondimento politico, “Time Lock”, con due esponenti, uno di destra e uno di sinistra, ed io sono l’assistente del politico di sinistra. Se ne diranno di tutti i colori, in poche parole, e tratteremo tutti i temi, nulla di più lontano da ciò che solitamente accade. Niente di scollatissimo dalla verità.
Quanta preparazione c’è dietro ogni spettacolo?
Nel nostro caso abbiamo vissuto un periodo a tavolino, prima di Natale, in cui ci aiutavamo leggendo, tenendo bene la memoria e, una volta chiaro il tutto, abbiamo cominciato le prove, in spazi differenti dal teatro. Ti dirò che, rispetto a ciò che solitamente accade, abbiamo provato ‘poco’. Sarà che ci conoscevamo già, buona parte di noi, quindi avevamo ben chiaro come impostare ogni cosa.
Quali sensazioni sono legate alle tavole del palcoscenico, una vera e propria casa per te, e alla possibilità di avere il pubblico presente dinanzi a te?
Una sensazione diversa ogni sera, specie in un luogo come il Golden di Roma, una struttura particolare, con un palcoscenico non rialzato. Siamo tutti sullo stesso livello, un vero e proprio stare insieme, anche dovuto al fatto che una parte di pubblico fungerà da ‘pubblico’ vero e proprio della trasmissione realizzata all’interno della pièce.
Cosa sta regalandoti questo viaggio nella recitazione?
Tante soddisfazioni, benché abbia avuto un percorso a singhiozzo, perché appena uscita dall’Accademia sono andata a vivere a Londra. Una volta tornata ho fatto ‘fatica’ a rientrare nel giro, a trovare dei miei spazi, ma sono contenta perché grazie alla scrittura, tra l’altro, sono riuscita a ritagliarmi delle modalità di fare teatro abbastanza importanti. Il successivo incontro con Fabrizio Colica mi ha poi regalato qualcosa in più e, insieme a tanto altro, mi ha portata a trovare una mia strada.
Quali ruoli non hai ancora ‘toccato’?
Ci sono ruoli epici, storici, che mi piacerebbe affrontare. Potrei parlarti di Medea, di ruoli davvero importanti, ma negli ultimi tempi sono diretta verso la commedia. Tornando a “Time Lock”, ad esempio, inizialmente pensavo di avere un ruolo marginale e meno divertente rispetto agli altri, invece ho scoperto che ha una chiave che mi piace e mi porta verso note dai risvolti anche drammatici. In futuro non mi dispiacerebbe affrontare ruoli un po’ più di pancia.
Ti è mancata la televisione dopo aver preso parte, in un ruolo più che egregio, a “Rosy Abate – La serie” al fianco di tua sorella Giulia?
Mi manca, certo, sia da un punto di vista di guadagni, se vogliamo, di certo differenti dal teatro, ed anche e soprattutto come esperienza. Mi piacerebbe poter riprendere, approfondire ogni singolo aspetto.
Spesso presente sui social e con ironia e con serietà. Quale messaggio lanciare, a tuo avviso, di questi tempi?
C’è una parte leggera, pop, visivamente parlando, come quella comica condivisa con Lorenzo Balducci, un sodalizio ormai collaudato, e c’è una parte ‘politica’, quella degli ultimi tempi, legata a Gaza e a quanto altro di ‘significativo’. Una valvola di sfogo importante, utile, i social, così come lo è l’ironia, il sarcasmo, strumenti di trasformazione di questa indignazione, rabbia, che spesso provo rispetto a ciò che accade nel mondo. Ho piacere quando tutto ciò viene apprezzato, quando c’è un giusto riscontro.
Chi è Paola Michelini e quanto sei cambiata da quelli che sono stati i tuoi inizi?
Porto con me tante consapevolezze e sono di certo più centrata, calma e consapevole rispetto al passato.
Che periodo stai vivendo?
Dal punto di vista lavorativo vivo un periodo molto ricco, intenso, e questo mi rende felice. Tutto ciò mi permette di non fermarmi a pensare perché, solitamente, quando mi fermo a pensare non sempre accadono cose belle. Non amo avere dei vuoti, prendere tempo per realizzare, ad esempio, cosa accade nel mondo. Questo ultimo anno di ‘conflitto’ (Gaza), mi sono fatta il fegato amaro al punto di soffrirne, di starci male. Per fortuna, ho un compagno al mio fianco, per me fondamentale, capace di riportarmi ad una positività che alcune volte mi sfugge.
In ultima battuta, cosa puoi anticiparci sui tuoi prossimi progetti, nei limiti del possibile?
Subito dopo lo spettacolo con Fabrizio Colica ho in programma un nuovo progetto, a marzo, intitolato “A mirror”, per la regia di Giancarlo Nicoletti. Al mio fianco, ancora una volta, ci sarà Fabrizio Colica.