Gigi Savoia: sul palco, un fuoco in continuo crescendo

Gigi Savoia: sul palco, un fuoco in continuo crescendo

Intervista all’attore napoletano Gigi Savoia, a breve in teatro con lo spettacolo “L’avaro di Plauto”, che ci racconta la sua carriera.

Si racconta l’attore Gigi Savoia in occasione dello spettacolo teatrale “L’avaro di Plauto”, in scena dal 20 al 23 marzo al Teatro Marconi di Roma. Un sentimento mai sopito quello per il teatro, una forte passione che lo guida da oltre cinquantatrè anni senza affievolirsi mai… un fuoco in continuo crescendo.

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo, Gigi Savoia. Dal 20 al 23 marzo sarai in scena al Teatro Marconi di Roma ne “L’Avaro di Plauto”. Quanta emozione c’è nel prendere parte a tale progetto e quali sensazioni guidano la tua passione per le tavole del palcoscenico?
Che bella domanda! Il progetto prodotto dal Teatro Belli è partito già da qualche tempo, sta riscuotendo un grande successo e di strada dinanzi a sè ne ha ancora tanta da fare. C’è una bellissima comunione di intenti ed una grande armonia, dal momento in cui ci conosciamo da molti anni. A breve, tra l’altro, metteremo in scena anche un testo di Goldoni. Quest’anno festeggio ben 53 anni sulle tavole del palcoscenico e posso asserire con certezza che è sempre bello potersi trovare fra amici in nome della passione per il teatro, per me divenuto ragione di vita, oltre che un lavoro a tutto tondo.

Qual è stato il primo spettacolo a cui hai preso parte proprio 53 anni fa?
“Pescatori”, di Raffaele Viviani per la regia di Mariano Rigillo.

Cosa puoi anticiparci su Catenaccio, il protagonista di questa pièce?
Si tratta di un personaggio simpaticamente burbero: avaro più di sentimenti che di fatto, senza possedimento alcuno ma con una grande attenzione per questa sua pentola piena di monete d’oro che mai spenderebbe. Un testo che, fondamentalmente, ci aiuta a capire come gli uomini sono in grado di accudire e allevare qualcosa e che sentimenti come questi sono molto più importanti dell’avere effettivamente la possibilità di danaro per poter fare una vita agiata.

Francesca Bianco e Gigi Savoia in scena in L'Avaro di Plauto
Francesca Bianco e Gigi Savoia in scena in L’Avaro di Plauto

Anche sua figlia è parte di ciò che tende a possedere?
No, e questo perchè alla fine si piega completamente alla volontà della figlia. Fa il burbero ma poi si intenerisce e lo stesso vale per la vecchia serva, colei a cui si ricollega la storia. Si evince che probabilmente in gioventù i due hanno avuto un legame sentimentale molto intenso.

Cosa ti ha spinto a scegliere di intraprendere questo percorso artistico?
In famiglia c’erano già dei precedenti: il papà di mia nonna paterna fu un Pulcinella che sostituì il grande Antonio Petito proprio il giorno della morte, per cui in famiglia c’è sempre stato questo germe del palcoscenico che vagava e io mi sono “infettato” e ho continuato.

Cosa non sei ancora riuscito a realizzare?
Mi piacerebbe recitare ne “Il Mercante di Venezia” e perché no, anche in un bel Pirandello!

Che periodo stai vivendo?
Tranquillo e felice! Ormai sono un pensionato dello spettacolo già dal 2017 e questo, dopo tanti anni, mi consente di scegliere ciò che mi piace fare.

Guardando al futuro, quali anticipazioni a riguardo?
Nel mio futuro c’è nuovo progetto, “L’impresario delle Smirne”, e al mio fianco, per l’occasione, ci saranno Francesca Bianco e la bella compagnia del Teatro Belli, per la regia di Carlo Emilio Lerici.

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