Karin Proia
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Karin Proia: proviamo a regalare maggiore stabilità all’arte

Incontriamo l’attrice Karin Proia, da qualche tempo direttrice artistica del Premio “La Nutrice”, organizzato da Peppino Bisagni, in collaborazione con Raffaele Buranelli.

Una carriera ricca di esperienze quella di Karin Proia, prossimamente impegnata in uno spettacolo teatrale insieme insieme ai colleghi Massimiliano Vado e Fabrizio Apolloni… e tanto altro ci sarà nel suo futuro!

Bentornata su La Gazzetta dello Spettacolo, Karin Proia. Da qualche tempo sei direttrice artistica del premio “La Nutrice “, organizzato da Peppino Bisagni in collaborazione con tuo marito Raffaele Buranelli. Come ha preso forma tutto ciò e quanta soddisfazione c’è nel creare un tale progetto?
Mio marito è per un quarto di origine siciliana ed è quindi molto legato alla Sicilia. Con un suo caro amico, molto amato e attivo sul territorio, abbiamo pensato di mettere insieme le forze per dare inizio a qualcosa di bello, che da tre edizioni è legato alla meravigliosa cornice del Teatro Greco di Tindari. Gli anni precedenti sono stati ospiti del Premio Michele Placido, Anna Galiena e Giobbe Covatta.

Quali novità per questa edizione, cosa possiamo aspettarci?
Quest’anno il Premio vedrà protagonisti Cesare Bocci, Daniela Scarlatti e il virtuosissimo fisarmonicista Luca Colantonio con lo spettacolo “Parole d’amore dal ‘200 al 2000”. Un recital particolare, poetico ma anche brillante, dove il suono della fisarmonica sarà parte della narrazione, insieme alle parole dei più grandi poeti e romanzieri della nostra storia. Sarà in scena il 21 luglio al Teatro Greco di Tindari, alle 21.00.

A regalarti popolarità, anni addietro, la fiction “Lui e Lei”, al fianco di Enrico Mutti e, successivamente, “Le Tre Rose di Eva“. Che ricordo hai di entrambe le esperienze e dei colleghi di set?
“Lui e Lei” lo ricordo come fosse ieri, nonostante sia passato molto tempo. Esperienza unica, a parte la divisa invernale della polizia, che ad agosto non era il massimo! Con Mutti è stato subito affetto, una bella persona. Ripeterei “Le tre rose di Eva” 100 volte, per tutte e 4 le stagioni! Gruppo di colleghe e colleghi molto divertente. Il mio preferito, tra tutti, Luca Capuano, oltre al secondo regista Daniele Falleri e il caro Vincenzo Verdecchi, che purtoppo ci ha lasciati.

Chi è Karin Proia e quali consapevolezze hai raggiunto nel corso degli anni? Cosa manca ancora a questo tuo percorso artistico?
In italia in quanto all’arte non c’è stabilità. Gli artisti dovrebbero essere messi in condizione di lavorare bene per creare al massimo della loro possibilità, parlo di arte in genere, non solo per gli interpreti. In italia sono quasi tutti pressoché distratti a pensare alla sopravvivenza. Per questo, insieme ad altre colleghe e colleghi, abbiamo dato vita al Registro delle attrici e degli attori, per aiutare i professionisti in difficoltà, perché la categoria ottenga più tutele sociali, alla base dei diritti fondamentali. Per il resto, mi manca ancora un sacco di roba da fare.

Quale ruolo non hai ancora toccato?
Mi manca un ruolo da pura cattiva.

Cosa ci riserverà il tuo futuro di Karin Proia?
Teatro, con uno spettacolo con Massimiliano Vado e Fabrizio Apolloni, mentre al cinema ho un progetto da regista e, probabilmente, anche altra televisione. Speriamo di girare presto Boris 5!

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