Blu Yoshimi: la recitazione? Un po’ come le montagne russe

Blu Yoshimi sul set di Kostas

Blu Yoshimi: la recitazione? Un po’ come le montagne russe

Il teatro, il cinema e la televisione: una passeggiata nella carriera della giovanissima attrice Blu Yoshimi.

La serie TV “Kostas vede la giovane attrice Blu Yoshimi impegnata nel ruolo della figlia di Stefano Fresi. Un ruolo che le ha portato un’ulteriore crescita professionale, realizzata in luoghi bellissimi, suggestivi, con un cast eccezionale…

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Blu Yoshimi. Dalla scorsa settimana abbiamo modo di vederti in “Kostas”, la nuova fiction Rai, al fianco di Stefano Fresi. Cosa puoi dirci a riguardo?
Nella serie “Kostas” sono la figlia del commissario, interpretato da Stefano Fresi, una persona fantastica, incredibile, con cui è impossibile non andare d’accordo. Vivo un ruolo caratterizzato dalla voglia di diventare magistrato, motivo per cui avrò molte scene legate a questa situazione con tanti momenti anche di confronto, di confidenza, con ‘quel padre’. Una generazione del tutto nuova, quella che porto in televisione con la mia Caterina…

Quali rapporti, per l’appunto, si sono venuti a creare sul set?
È stato un set straordinario, capitanato da una fantastica Milena Cocozza, un’essere umano dotato di una sensibilità elevata e capace di creare una grande unione tra due culture, quella italiana e greca, avendo girato in queste due uniche realtà. Stefano è stato, come dicevo poc’anzi, un protagonista eccezionale, dotato di un grande senso di responsabilità, abile nel portare una tale energia sul set da riuscire a contagiare tutti. Parliamo anche di Francesca Inaudi che è stata pazzesca, di Giulio Tropea, Michele Rosiello, di tutti coloro che hanno preso parte a questa bellissima storia, dal primo all’ultimo.

Cosa ti aspetti da questo tuo percorso artistico?
Bella domanda! Onestamente non saprei dirti. È più una questione di speranze, di visioni chiare, specie per chi ha la mia età. Restando nel presente, posso dirti che sento di essere un’attrice abile nel cambiare spesso abiti e strumenti, provenendo dal cinema. Sono, attualmente, in una ricerca ampia, approfondita, con la speranza che ciò che sto affrontando possa continuare nella maniera più fluida possibile partecipando a progetti di spessore e qualità, in ogni campo. Il cinema è, ovviamente, la mia culla ma lo stesso potrei dire del teatro, uno spazio sacro, sicuro, frequentato spesso, oggi spazio libero, che mi regala forte creatività.

A tal proposito, cosa sta regalandoti l’esperienza in teatro con Silvio Orlando, “Ciarlatani”?
Tante cose, ogni giorno una nuova! La fortuna, in primis, di essere sul palco con Silvio, attore generoso, capace di mettersi in gioco sempre, di sera in sera, senza accontentarsi mai. Ama il pubblico, desidera soddisfarlo e, al contempo, sfidarlo, proprio come ha fatto con questo testo spagnolo non facile da portare in scena per noi quattro.

Blu Yoshimi. Foto di Patrizio Gentile
Blu Yoshimi. Foto di Patrizio Gentile

Potremo applaudirvi ancora per molto?
Certamente! Abbiamo debuttato a Spoleto lo scorso anno, al Festival dei due Mondi, per poi riprendere ad ottobre, al Parenti di Milano, per poi toccare anche l’Emilia e tanto ancora ci sarà da vedere nel 2025, durante la prima parte dell’anno…

Nel tuo passato vi è anche “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti del 2023. Un progetto che ti ha portato a Cannes…
Un film che mi ha portato a Cannes e anche a teatro, proprio con Silvio. Non ho parole per poter descrivere le sensazioni che mi ha regalato! Conosco Nanni da tanto perché avevo già preso parte ad un suo progetto, per poi richiamarmi, aggiungendo una scena, proponendomi un provino. E dire che all’inizio pensavo di non piacergli affatto… cosa ti fanno le insicurezze! Ad oggi resta una delle giornate più belle mai vissute.

Come definiresti questo tuo percorso sino ad oggi?
È un po’ come essere sulle montagne russe! Qualcosa di divertente, che porta colpi al cuore, ma poi sei sulla giostra e ormai sei lì e conta andare…

Ti spaventa il contatto con il pubblico, la presenza in sala, il brusio?
In realtà no! Regalano un grande senso al lavoro che facciamo, alla domanda che spesso mi pongo sul perché facciamo questo lavoro. Vederli lì mi fa rendere conto del fatto che ‘forse’ tutto ha davvero senso!

Quali altri sogni sono ancora chiusi nel cassetto di Blu Yoshimi?
Mi piace molto scrivere, motivo per cui ho realizzato un testo, insieme ad una collega, “L’isola che non c’è”, un adattamento contemporaneo di Peter Pan. In tal caso, sono io Peter Pan, in un contesto diverso, un locale drug a fare da ambientazione, con una Trilly e Capitano Uncino ladri di bambini, e la mia Peter è una bambina sperduta da anni il cui incontro con Wendy sarà motivo di crescita… Spero di riuscire a farlo girare un po’ di più, dopo un “primo incontro” con il pubblico a Roma, raccontando anche tanto altro, tutte le sceneggiature che conservo da un po’…

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